La Corona è senza soldi: Carlo usa i turisti per recuperare

Le casse della Corona piangono e il principe Carlo, per tentare di risollevarme le sorti, apre le residenze reali ai turisti

La Corona è senza soldi: Carlo usa i turisti per recuperare

La fiaba è finita e non c’è nemmeno il tradizionale “e vissero felici e contenti”. La Corona inglese sta attraversando un periodo infausto tra le vampate di rancore di Harry e Meghan e le conseguenze economiche disastrose della pandemia. Il principe Carlo non vuole veder crollare miseramente l’istituzione di cui un giorno sarà a capo e corre ai ripari con una svolta moderna, forse fin troppo.

La strategia di Carlo

Il Sunday Times rivela che l’erede al trono vorrebbe aprire le residenze reali ai turisti. O, per meglio dire, renderle ancora più accessibili. Buckingham Palace, per esempio, è già una meta usuale per mezzo milione di visitatori all’anno da luglio a ottobre, quando la regina Elisabetta si trova a Balmoral per le vacanze. I turisti, però, hanno accesso soltanto a un numero limitato di ambienti reali. Ci sono, infatti, ben 775 stanze chiuse al pubblico che il principe di Galles avrebbe in mente di ristrutturare per attirare frotte di persone ansiose di vedere dove e come vivono i Windsor.

Il restauro, per la verità, sarebbe anche necessario per preservare il Palazzo, vero e proprio simbolo storico e politico della monarchia. C’è solo un piccolissimo problema: il costo che sfiora i 369 milioni di sterline. Una cifra da capogiro che ricadrebbe, almeno in parte, sulle spalle dei contribuenti. Un po’ come accadde nel 1993, quando un incendio devastò una parte del Castello di Windsor e i sudditi dovettero sborsare 37 milioni di sterline per rimediare ai danni.

In quel caso, almeno, c’era una giustificazione evidente. Per la ristrutturazione di Buckingham Palace, invece, le scuse scarseggiano e non sarebbero nemmeno tanto solide, soprattutto in un periodo come questo già gravato dalla crisi economica post virus. Così il principe Carlo ha studiato un piano: restaurare il Palazzo Reale e aprirlo al pubblico insieme alle dimore reali più importanti come Balmoral, Sandringham e Clarence House (non sappiamo quale sarà il destino del Castello di Windsor in cui, attualmente, vive la Regina). In questo modo prenderebbe i classici “due piccioni con una fava”, dando una contropartita ai contribuenti e facendo cassa.

La Corona è in svendita?

Se state già preparando un viaggio in Gran Bretagna (virus permettendo), aspettate a tirare fuori le valigie. Secondo le previsioni i lavori di restauro di Buckingham Palace termineranno nel 2027. A quel punto Carlo potrebbe essere re e, forse, l’apertura delle residenze reali diventerà uno dei suoi primi atti da sovrano. Intanto, comunque, è la regina Elisabetta a governare (e visto che la longevità è una dote di famiglia, chissà che non sia ancora al suo posto per la fine dei lavori), dunque Carlo ha dovuto informarla della sua strategia economica.

Però, visto che il 2022 sarà l’anno del Giubileo di Platino di Sua Maestà, non è detto che non vi sia qualche apertura anticipata. Se tutto andrà come previsto, saremo fuori dalla pandemia e i turisti saranno tornati a a viaggiare. Quale momento migliore per rimpinguare le casse reali?

Forse per alcuni, i più “puristi”, un’iniziativa simile può apparire come una svendita della Corona ma, di fatto, la royal family deve, oggi più che mai, essere al passo con i tempi, eliminare alcune barriere tra sé e il popolo per non

rischiare di inimicarselo. In un certo senso la Firm deve quasi “giustificare” la sua esistenza. Non basta più solo apparire. La parola chiave, ormai, è diventata “sopravvivere” alle epoche, agli scandali e alle spese onerose.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica