Il giorno dopo il referendum il governatore della Catalogna, Carles Puigdemont, fa sapere di non avere avuto contatti con il governo di Madrid e invita il premier spagnolo, Mariano Rajoy, a dire se è a favore di una mediazione nei colloqui sul futuro della Catalogna. La mediazione, secondo Puigdemont, dovrebbe essere supervisionata dall'Unione europea. La Catalogna creerà una commissione speciale per indagare sulle denunce di abusi compiuti da parte della polizia spagnola durante il referendum, in cui sono rimaste ferite 893 persone.
L'Unione europea "deve smettere di guardare dall'altra parte" davanti alle "violazioni" della carta europea dei diritti fondamentali, perché non è solo una questione interna ma una "questione europea".
Puigdemont ha denunciato "i gravi atti di violenza" posto in essere dai "commandos del terrore" della Guardia Civil e della Polizia nazionale su tutto il territorio della Catalogna. Secondo il governatore la mediazione potrebbe essere svolta da diverse istituzioni specializzate nella soluzione di conflitti, anche "se è evidente che che l’Unione europea dovrà essere garante di questo processo".
Oggi
intanto la Commissione europea, tramite il suo portavoce Margaritis Schinas, ha invitato le parti al dialogo ma ha dichiarato che si tratta di una questione interna della Spagna e che il referendum catalano non era legale.
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