Il compito, il ricatto, la colpa: così Putin cerca nuove "spie"

Putin ha sguinzagliato la sua intelligence per reclutare nuove spie in Estonia. Il governo estone, però, lancia l'avvertimento: " È meglio che tu venga prima da noi con queste informazioni, prima che veniamo noi da te"

Il compito, il ricatto, la colpa: così Putin cerca nuove "spie"

Lo zar russo Vladimir Putin ne escogita una più del diavolo. Con la massima segretezza, infatti, alcuni agenti della sua intelligence stanno cercando di reclutare, in Estonia, nuove spie al servizio del Cremlino che possano tornare utili per il conflitto ucraino. La rivelazione è stata fatta al Times da Kristian Jaani, ex ufficiale di polizia di alto rango. "Le influenze russe sono aumentate in modo significativo nelle ultime settimane con l'intensificarsi delle tensioni in Ucraina", ha affermato al quotidiano inglese. Da qui è scattato l'allarme del governo estone che teme che alcuni cittadini inconsapevoli possano essere trasformati in agenti segreti e lavorare per Mosca fotografando infrastrutture militari e raccogliendo informazioni sulla Nato a 360 gradi.

Quali sono le tre fasi

Ma in quale maniera gli agenti russi cercano le figure adatte a ricoprire il delicatissimo ruolo di spia? La selezione avviene in tre fasi: inizialmente, alla persona intercettata viene dato un piccolo compito, ad esempio lo scatto della foto di un ponte o di una struttura qualsiasi. Se il soggetto se la cava, si passa alla fase due: il ricatto mentale, ossia una sorta di manipolazione facendogli fare attività più pericolose. La terza e ultima fase si ha nel caso in cui il cittadino estone si rifiuta di collaborare: a quel punto si viene minacciati e "incolpati" di aver rinunciato alla loro prima missione. In ogni popolazione, si sa, ci sono però anche i fragili e i disinformati ed è questa l'unica arma russa, far cadere in trappola alcuni estremisti per fotografare oggetti militari o anche per raccogliere informazioni sulle forze alleate.

I volantini per sfuggire ai russi

Per fortuna, però, i cittadini estoni non sono né succubi e non hanno la benché minima paura della figura del presidente russo. Jaani ha rassicurato sul fatto che "il popolo estone però ha una forte prontezza e volontà di difendersi. Tutto questo è un potere importante". Ecco perché, ai valichi di frontiera estoni e sui social, sono stati affissi volantini che spiegano come evitare tentativi di reclutamento da parte dei servizi speciali russi e bielorussi invitando ad avvisare immediatamente se qualcuno è esposto a tale reclutamento. "L'intelligence russa intensifica gli sforzi al confine con l'Estonia. Ad oggi, chiediamo pubblicamente alle persone che attraversano il confine di segnalare i tentativi dell'intelligence russa/bielorussa di reclutare e stabilire contatti. È meglio che tu venga da noi prima con queste informazioni, prima che veniamo noi da te", recita minaccioso un cartello del servizio di sicurezza estone su Twitter che potete leggere in fondo al pezzo. "L'Estonia ti aiuterà, ma prima segnala le attività maligne di paesi stranieri", si legge sul tweet.

Cosa succede a chi coopera con Mosca

Per far arrivare il messaggio a tutta la popolazione, oltre a scritte in stampatello e a simboli di divieto come alcuni segnali stradali, il post è stato pubblicato in inglese, estone, ucraino e russo così che tutti possano capire. "È importante che le persone sappiano che la cooperazione con i servizi speciali russi è punibile penalmente e che se una persona viene catturata in rete, le nostre autorità di sicurezza possono aiutarla", ha spiegato Jaani.

Secondo lui, le persone sono invitate a denunciare se notano tale attività. L'obiettivo dell'Estonia è prevenire le minacce, aumentare la consapevolezza delle persone sulla minaccia e "proteggere la popolazione estone dai servizi speciali ostili", ha concluso Jaani.

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