"Quando sono arrivati a Chernobyl...". Che fine hanno fatto i soldati russi

La notizia, diffusa da certi media internazionali, si baserebbe sul racconto di due tecnici ucraini: i soldati sarebbero assistiti in Bielorussia

"Quando sono arrivati a Chernobyl...". Che fine hanno fatto i soldati russi

Gli uomini delle truppe armate russe incaricati di prendere il controllo e mettere in sicurezza l'ex centrale nucleare di Chernobyl avrebbero subito gli effetti delle radiazioni in quanto non dotati di adeguate tute e sistemi di protezione personale.

Questo, per lo meno, è quanto riferisce Agi citando dei "media internazionali" che basano le proprie affermazioni sul racconto di due tecnici di nazionalità ucraina. Questi ultimi, stando sempre alla versione fornita alle agenzie di stampa, sarebbero stati presenti sul posto al momento dell'arrivo dei militari russi a Chernobyl, risalente alle fasi iniziali del conflitto in Ucraina. I due tecnici ucraini hanno inoltre specificato che gli uomini delle truppe russe colpiti da radiazioni sarebbero ora ricoverati all'interno di un centro medico specializzato sito in Bielorussia.

La fase più delicata dell'esposizione sarebbe stata quella relativa all'attraversamento della zona che è tristemente nota col nome di "foresta rossa", un'area boschiva così chiamata per la singolare colorazione assunta dalle cime degli alberi che la compongono, causata dalle radiazioni diffuse a seguito dell'evento catastrofico avvenuto nell'oramai lontano 1986. Dopo la tragedia, tutta l'area è stata dichiarata non sicura, e tale dovrebbe restare per almeno 24mila anni. Vero è che intorno alla zona di Chernobyl esistono dei veri e propri tour turistici, ma per potervi prendere parte occorrono specifiche autorizzazioni nonché la presenza di guide ufficiali e l'utilizzo di specifica strumentazione in grado di trasmettere in tempo reale il livello di contaminazione dell'area stessa.

Secondo l'Ukrainian Pravda, i soldati russi contaminati verrebbero regolarmente assistiti presso il Centro repubblicano bielorusso di ricerca e pratica per la medicina delle radiazioni e l'ecologia umana.

A rendere più complicata la situazione, secondo il ministero dell'Ambiente ucraino, sarebbero stati alcuni incendi scoppiati nella zona di esclusione vicino alla centrale nucleare di Chernobyl lo scorso 26 marzo, in grado di incrementare la contaminazione radioattiva.

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