La Corte di Giustizia dell'Unione europea emana una sentenza storica sul fronte della Brexit: "Il Regno Unito è libero di revocare unilateralmente la notifica dell'intenzione di ritirarsi dall'Unione europea". Una sentenza che a pochissimi giorni dal dibattito alla Camera dei Comuni sulla ratifica dell'accordo siglato fra Theresa May e Bruxelles, getta nuove ombre sul futuro dell'uscita di Londra.
"Una tale revoca, decisa nel rispetto delle proprie regole costituzionali, avrebbe come conseguenza che il Regno Unito resterebbe nell'Unione in termini invariati quanto al suo statuto di Stato membro", si legge nella sentenza emanata a Lussemburgo. Una sentenza che quindi ricalca il parere dell'avvocato generale dell'Unione europea che, il 4 dicembre, aveva affermato lo stesso identico concetto.
La Corte si è pronunciata su un ricorso presentato da membri del Parlamento britannico, del Parlamento scozzese e del Parlamento europeo. La richiesta dei ricorrenti era capire se la notifica di ritiro, come previsto dall'articolo 50 del Trattato, possa essere revocata in modo unilaterale dal Paese membro che ha deciso di non dare più seguito all'uscita dall'Ue.
E l'arrivo di questa sentenza due giorni prima del voto del Parlamento britannico fornisce ai deputati anti-Brexit un motivo in più contrastare l'accordo siglato dalla premier May: ora c'è anche l'opzione di rimanere nell'Unione europea. Secondo la Corte Ue, "sarebbe contrario all'obiettivo dei Trattati di creare un'unione sempre più stretta tra popoli d'Europa costringere a uscire uno Stato membro". Per questo non è necessario che gli altri governi approvino il cambiamento perché "trasformerebbe un diritto unilaterale sovrano in un diritto condizionato e sarebbe incompatibile con il principio secondo cui uno Stato membro non può essere costretto a ritirarsi dall'Unione contro la sua volontà".
Secondo quanto hanno stabilito i giudici di Lussemburgo, revocare l'uscita dall'Ue è una possibilità che "esiste fino a quando un accordo di ritiro concluso tra l'Unione e lo Stato membro interessato non è entrato in vigore o, in mancanza di questo accordo, fino a quando il periodo di due anni a partire dalla notifica dell'intenzione di ritirarsi dall'Ue, eventualmente prorogato, non è scaduto".
Insomma, la Corte di Giustizia dell'Unione europea lancia un nuovo appello al Regno
Unito: ha tempo fino al 29 marzo 2019 - anche oltre in caso di proroga dei negoziati - per decidere se fare marcia indietro sulla Brexit. E adesso gli europeisti britannici serreranno le fila in Parlamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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