Riad giustizierà tre accademici per festeggiare la fine del Ramadan

Alcune ong umanitarie hanno però messo in dubbio la veridicità dell’esecuzione programmata in concomitanza con la fine del Ramadan

Riad giustizierà tre accademici per festeggiare la fine del Ramadan

Le autorità dell’Arabia Saudita hanno deciso di festeggiare la fine del Ramadan, a giugno, con l’esecuzione di tre professori universitari progressisti e critici verso la Casa reale.

Secondo il sito Internet di informazione inglese Middle East Eye, il governo del Paese musulmano avrebbe disposto di fare coincidere la conclusione del mese sacro islamico con la messa a morte di tre eminenti personalità del mondo scientifico-culturale locale: Salman al-Awdah, Awad al-Qarni e Ali al-Omari.

I tre accademici, riporta il sito, sono imputati per “terrorismo” davanti alla Criminal Special Court di Riad, ma, in realtà, il loro unico crimine, spiega lo stesso portale web, sarebbe stato criticare il governo saudita. Costoro avrebbero infatti in passato pubblicamente condannato sia la politica interna della Casa reale, denunciando l’assenza di libertà nel Paese, sia la politica estera, biasimando le tensioni diplomatiche causate dal principe ereditario Mohammad bin Salman con Iran e Qatar.

Middle East Eye, citando fonti vicine all’esecutivo della nazione araba, ha quindi affermato che la sentenza di morte per i tre professori sarebbe "già pronta” e che verrà attuata “in diretta televisiva” non appena inizieranno le celebrazioni per la fine del mese sacro. Tale risalto attribuito dalla Casa reale alla messa a morte degli accademici progressisti servirebbe, a detta delle fonti interpellate dal sito Internet, a “intimidire” gli ambienti culturali finora intenti a giudicare negativamente l’operato dell’esecutivo di Riad e a “misurare il grado di indignazione” dell’opinione pubblica internazionale.

Le rivelazioni fornite dal portale investigativo inglese hanno subito allarmato numerosi attivisti per i diritti umani. Ad esempio, Ali al-Ahmad, dissidente saudita riparato negli Usa e fondatore del think-tank con sede a Washington Institute for Gulf Affairs, ha bollato la condanna a morte dei tre docenti come una manifestazione “dell’oscurantismo e dell’ignoranza” dell’attuale leadership del Paese mediorientale.

Tuttavia, i vertici di alcune organizzazioni umanitarie hanno messo in dubbio la veridicità delle informazioni diffuse da Middle East Eye. Yahya Assiri, a capo dell’ong londinese ALQST, ha infatti etichettato come “totalmente falsa” la notizia della condanna a morte dei tre accademici in coincidenza con la fine del Ramadan.

Egli ha poi dichiarato: “Non vi sono dubbi sul fatto che quello saudita sia il governo più brutale del mondo, ma, a quanto mi risulta, non vi sarebbe alcuna imminente condanna alla pena capitale per i docenti imputati.”

Nessun commento su quanto asserito dall’organo di informazione inglese è stato rilasciato per il momento dalle autorità di Riad.

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