«Dipende tutto dalla Cina...». A parlare di alleanze e tattiche non è l'ennesimo esperto di strategie militari ma Massimiliano Tresoldi, milanese over 50 con un curriculum di tutto rispetto da... campione di Risiko. Lo becchiamo al telefono mentre sta organizzando il solito rendez-vous nel club per appassionati presso la sede della Uesm (Associazione università europea degli sport della mente) di Milano in via Sant'Uguzzone 8 (zona Villa San Giovanni) come tutti i martedì. «L'Ucraina, che sulla cartina è la porta dell'Europa, la Cina e il Medioriente sono punti cardine. Senza sei facilmente attaccabile».
Se fosse una partita di Risiko, come sarebbe messo Putin?
«Non sono un esperto di politica internazionale ma se guardo alla cartina vedo che Putin è messo bene perché è protetto dalla Cina con cui ha degli accordi per stare sereno e nessuno può disturbarlo...».
L'altra porta è inutilizzabile...
«L'Alaska con la Kamchatka? Sarebbe una guerra nucleare...».
L'Occidente sembra un po' il gendarme del mondo, l'America in particolare. Come quel giocatore che pur di preservare certi equilibri si intromette in partite altrui...
«È una tattica che uso sempre. Per giocare a un buon livello bisogna essere in grado di comprendere la strategia degli altri giocatori, i loro obiettivi e sfruttarli. Questo io faccio. Con la differenza che a un certo punto...»
Attacchi con tre carrarmati e vai a vincere...
«Ci sono partite in cui devi stare attento, altre in cui devi essere cattivo, altre in cui puoi vincere con quelle che io chiamo le mosse della disperazione».
Secondo te, in questo scenario, chi è il cattivo?
«Pur non conoscendo le reali motivazioni, credo che il cattivo sia Putin, perché non ha dichiarato guerra solo
E chi può provare la mossa della disperazione?
«Come dicevo prima, la Cina. Se Pechino volta le spalle a Putin, per lui è meglio scappare a gambe levate dall'Ucraina...».
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