Le clamorose proteste di piazza, a Bucarest, dopo l’incendio che venerdì scorso ha causato 32 morti in una discoteca (leggi l'articolo) che non rispettava i necessari requisiti di sicurezza, hanno indotto il premier socialdemocratico Victor Ponta a dimetterisi. E con lui ha rassegnato le dimissioni l’intero governo. Il premier non sta attraversando un periodo facile: è sotto processo per evasione fiscale, riciclaggio di denaro e falso. A salvarlo dall’arresto è stato il rifiuto del parlamento di revocare la sua immunità, come chiesto dai procuratori. La dura protesta di piazza, dunque, sembra la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
La protesta di piazza
Migliaia di persone (almeno 15-20mila) avevano marciato nella capitale verso la sede del governo, per chiedere le dimissioni dell'esecutivo. La rabbia era sfociata come protesta per come le autorità concedono i permessi e ispezionano i locali pubblici. I manifestanti hanno sfilato con striscioni con scritte come "la corruzione uccide" e scandito ripetutamente la parola "assassini". Chiedevano le dimissioni del premier, del vice premier Gabriel Oprea e del sindaco del quarto distretto di Bucarest, dove si trova la discoteca.
La rabbia popolare, rivolta verso i responsabili della discoteca e implicitamente anche i dirigenti politici, viene condivisa anche dal presidente romeno, il conservatore Klaus Iohannis, esponente della minoranza tedesca del Paese balcanico. "I politici non possono ignorare tale sentimento di rivolta popolare", ha scritto nella notte sulla sua pagina Facebook, dopo le manifestazioni di protesta.
Si dimette anche il sindaco
Intanto si registrano le dimissioni anche del sindaco del municipio di Bucarest dove si trova la discoteca andata a fuoco: "Mi assumo la responsabilità morale" della tragedia, ha detto
Cristian Popescu Piedone, messo anch’egli sott’accusa. Piedone, che faparte di un piccolo partito liberale alleato nella coalizione di governo, si è dimesso poco dopo l’annuncio delle dimissioni dell’intero esecutivo.
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