Rosie O'Donnell: "Trump? Tre settimane per fermarlo"

L'attrice americana icona Lgbt adesso lancia il conto alla rovescia per impedire l'insediamento del tycoon. A novembre la figuraccia: "Il figlio Barron è autistico"

Rosie O'Donnell: "Trump? Tre settimane per fermarlo"

Archiviato il conto alla rovescia per salutare il nuovo anno, lo star system americano riprende il count-down contro Donald Trump che, il 20 gennaio, si insedierà alla Casa Bianca. Dopo gli auguri da iettatore di Charlie Sheen, ecco che arriva il (nuovo) tuono di Rosie O’Donnell: “Mancano meno di tre settimane per fermarlo”.

Attrice, presentatrice, pezzo da novanta della televisione d’Oltre Oceano, Rosie O’Donnell è una delle icone della comunità Lgbt statunitense e ha legato il suo impegno politico all’ascesa – fallita – di Hillary Clinton alla presidenza Usa oltre che a una lunghissima guerra contro Trump che nasce già dai tempi in cui il tycoon non aveva ancora nessuna voglia di candidarsi alla Casa Bianca.

Proprio il giorno di capodanno la O’Donnell ha svegliato dagli ozi della festa il popolo dei contestatori, richiamandoli alla lotta. Su Twitter, rilanciando un articolo pubblicato online dalla Cnn che riportava la denuncia del biografo (estremamente critico) del tycoon che accusava di essere stato cacciato da una tenuta di golf di sua proprietà, ha scritto: “Trump è mentalmente instabile. Ci restano meno di tre settimane per fermarlo”.

Sarà, ma finora nessuna delle iniziative messe in campo dai democratici è riuscita a mettere seriamente in discussione l’elezione di Trump. Fallite le mobilitazioni di piazza, fallito (con perdite) il riconteggio dei voti, fallito (con altre perdite ancora) il tentativo di paralizzare i Grandi Elettori, praticamente disarmate e snobbate tutte le iniziative di protesta dei gruppi di intellò Usa che non hanno suscitato alcun seguito davvero rilevante. Gli attacchi concentrici a cui è stato sottoposto (e insieme a lui la sua famiglia) hanno finito per rafforzarne l’immagine tra i suoi elettori e anche tra i più morbidi sostenitori dem che pure avevano sostenuto la Clinton.

Come è accaduto a novembre scorso, appena quindici giorni dopo l'Election Day, quando proprio la O’Donnell si rese protagonista di una figuraccia colossale quando alluse a un presunto problema di autismo dell’ultimo figlio di Trump, il piccolo Barron che ha solo dieci anni.

Una caduta di stile, a voler essere buoni, che indusse l’attrice (che aveva, tra l’altro, annunciato di voler lasciare gli Stati Uniti dopo la vittoria di Trump) a una frettolosa marcia indietro, con tanto di scuse ufficiali.

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