La Chiesa Ortodossa russa si avvia a prendere ufficialmente posizione, sulla base di una recente relazione messa a punto da una commissione ecclesiale ad hoc, contro l’abitudine di alcuni suoi sacerdoti di “benedire” le armi di distruzione di massa.
Il comitato speciale in questione, fa sapere The Daily Telegraph, ha infatti redatto questo lunedì un rapporto, poi pubblicato sul sito web ufficiale dell’istituzione religiosa nazionale, che sollecita la messa al bando della pratica di aspergere con acqua benedetta carri armati, missili e ordigni atomici dell'esercito di Mosca.
In base al parere fornito dall’organo ad hoc, tale abitudine sarebbe in contrasto con la tradizione ortodossa, che, spiega la testata, autorizza esclusivamente le benedizioni impartite ai singoli fedeli, nelle case e in occasione del varo di navi.
La commissione ha esortato i vertici ecclesiastici a condannare pubblicamente la pratica incriminata anche perché, sottolinea sempre l’organo di informazione d’Oltremanica, le armi di distruzione di massa sono fatte per colpire in maniera indiscriminata e per “causare la morte di un non quantificabile numero di persone”.
Pur sollecitando le autorità della Chiesa Ortodossa a dichiarare fuorilegge le benedizioni agli ordigni nucleari, la relazione del comitato, rimarca il Telegraph, si esprime però contestualmente a favore di quelle amministrate nei confronti dei soldati e delle armi in dotazione a questi ultimi.
Aspergere con acqua benedetta le truppe e la loro attrezzatura per l’autodifesa sarebbe infatti, ad avviso del rapporto citato dalla testata, una pratica antichissima, seguita dai sacerdoti russi almeno fin dal dodicesimo secolo, quando c’erano le spade al posto dei fucili d’assalto e delle pistole mitragliatrici.
Il parere pubblicato lunedì dovrà ora essere sottoposto all’esame delle autorità delle singole province ecclesiastiche russe e, ipotizza il quotidiano londinese, la presa di posizione ufficiale delle massime gerarchie ortodosse dovrebbe arrivare non prima della fine della primavera.
Per la messa al bando delle benedizioni incriminate, puntualizza il Telegraph, dovrà tuttavia cambiare opinione il vertice in persona della medesima istituzione religiosa, ossia il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill I.
Egli, ricorda il giornale
britannico, si è appunto contraddistinto in passato per la sua difesa dell’abitudine di certi presuli di aspergere le armi nucleari, sostenendo che queste erano “necessarie a salvaguardare la sovranità della Russia”.
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