Russia, crolla il consumo di vodka: -43% in 13 anni

Nel giro di 13 anni, tra il 2003 e il 2016, il consumo di vodka in Russia è diminuito del 43%. Un risultato frutto delle politiche disincentivanti l'abuso di alcol volute in prima persona dal presidente Vladimir Putin

Russia, crolla il consumo di vodka: -43% in 13 anni

Se l'Italia è stata e rimane il Paese della pizza, la Russia era e potrebbe smettere presto di essere la patria della vodka. Sì, perché nel giro di 13 anni, dal 2003 al 2016, il consumo di vodka è calato addirittura del 43 per cento. A dirlo, come scrive Adnkronos, è l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in un rapporto pubblicato oggi. Il crollo del consumo del tipico superalcolico sovietico è dovuto principalmente alle misure messe in atto dal governo a partire dal 2000, tra cui il divieto di vendere alcolici dopo le undici di sera, l'aumento dell'Iva sull'alcol e il bando alla pubblicità. Si tratta di un risultato storico, che si accompagna all'aumento dell'aspettativa di vita degli uomini russi, passata dai 57 anni del 1990 ai 68 del 2018.

Merito anche del presidente Vladimir Putin il quale, a differenza di Boris Eltsin, non si è mai mostrato in pubblico alterato dal consumo di sostanze alcoliche. La battaglia di Putin contro l'alcol è l'altra faccia della medaglia del suo vero obiettivo: l'aumento della popolazione, calata nonostante tutto di 86mila unità rispetto all'anno scorso. Segno che qualcosa, per cambiare le abitudini dei russi, è stato fatto: ma non basta. Eppure, c'è di che rallegrarsi.

Come dimostrano le parole di un'esperta dell'Oms, Carina Ferreira-Borges, in una intervista all'agenzia di stampa tedesca Dpa: "Questi dati fanno a pezzi un cliché della Russia. I numeri sono chiari, come chiaro è che si tratti del frutto di iniziative politiche". Già il presidente della perestrojka, Michail Gorbaciov, aveva lanciato a metà anni Ottanta alcune controverse campagne contro il consumo di vodka, compreso il taglio della produzione del superalcolico, vietandone la vendita prima di mezzogiorno. Il consumo crollò del 25%, ma le restrizioni caddero poi con la fine del comunismo. Oggi, alla vodka, i russi preferiscono alcolici di tradizione occidentale come birra e vino. Ciò avviene soprattutto nelle grandi città.

Come scriveva Il Giornale, nel 2014 i russi sotto i 60 anni hanno un'alta probabilità di morire a causa del consumo di vodka. Secondo uno studio della rivista scientifica The Lancet, nel Paese di Putin un uomo su quattro muore prima dei 55 anni e la maggior parte dei decessi è legata all'alcool. Se si paragona la situazione russa con quella della Gran Bretagna, la percentuale scende drasticamente, al 7%.

Ancora nel 2011, ogni adulto russo beveva in media 13 litri di alcol all'anno, dei quali otto litri di liquori e soprattutto vodka. Un adulto medio in Gran Bretagna beve 10 litri di alcol l'anno, ma meno di due sono superalcolici.

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