La Russia è in default sul suo debito in valuta estera per la prima volta dal 1918. Superata la mezzanotte, per Mosca è scattata la scadenza del periodo di grazia sui quasi 100 milioni di dollari di obbligazioni non ancora pagate e bloccate dalle sanzioni attuate dal blocco occidentale. Dalla Germania, i leader del G7 hanno inviato un messaggio di unità all'indirizzo di Vladimir Putin: "Siamo uniti e sosterremo l'Ucraina fino a quando sarà necessario". Sul campo di battaglia, intanto, le forze del Cremlino sono tornate a bombardare Odessa.
Cosa significa il default di Mosca
Partiamo dalla notizia più importante delle ultime ore. Il default della Russia, almeno fino a questo momento, ha in realtà una valenza simbolica più che pratica o politica. Dal punto di vista economico, finanziario e politico, Mosca è infatti già emarginata dalla maggior parte dell'Occidente. Come se non bastasse, il fallimento sarebbe dovuto non tanto alla mancanza di denaro da parte del debitore – nel nostro caso la Russia – quanto alla chiusura dei canali di trasferimento da parte dei creditori.
Il Cremlino era stato vicino a trovarsi in questa situazione nei primi mesi dell'anno ma era riuscito a gestire la situazione modificando i metodi di pagamento. La svolta è arrivata lo scorso maggio, quando il Tesoro americano non ha rinnovato la licenza che consentiva agli investitori americani di essere esentati dalle sanzioni. Da quel preciso istante in poi, per i russi è diventato pressoché impossibile pagare il debito in dollari o nelle valute citate nei prospetti delle emissioni.
"Chiunque può dichiarare quello che vuole e può provare ad attaccare alla Russia qualsiasi etichetta. Ma chiunque capisca la situazione sa che non si tratta in alcun modo di un default", ha tuonato il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov. Il punto, come dicevamo, è che questo default ha al momento un significato fortemente simbolico e poco altro. In precedenza, quando Mosca ha sfiorato la stessa situazione in cui si trova adesso, il governo russo ha tentato un nuovo meccanismo finanziario per pagare in rubli, dimostrando di essere in grado di rispettare i suoi impegni. Detto altrimenti, il default della Russia non deriva dal fatto che il Paese non abbia i soldi per ripagare i circa 100 milioni di dollari sul debito, ma perché questi sono, di fatto, bloccati dalle sanzioni. Questi stessi soldi, inoltre, sarebbero dovuti finire nelle tasche degli investitori (per lo più occidentali) che hanno acquistato il debito russo in valuta estera.
Uno scenario unico
È vero che per la Russia si tratterebbe del secondo mancato rimborso del debito estero dopo quello del 1918 (in quell'occasione il governo sovietico si rifiutò di ripagare le somme accumulate dagli zar), ma oggi ci troviamo in uno scenario unico. Anche perché, di solito, sono le agenzie di rating ad emettere la sentenza di fallimento di uno Stato sovrano. Le sanzioni vietano però a ciascuna di loro di esercitare attività in e con la Russia. E gli interrogativi si accumulano.
Nel frattempo dalla Germania i leader del G7 si sono mostrati uniti e desiderosi di sostenere l'Ucraina fino a che sarà necessario. La loro posizione è sintetizzata da un tweet del presidente del Consiglio europeo Charles Michel: "Oggi a Elmau con i nostri partner del G7 siamo uniti nel nostro risoluto sostegno all'Ucraina. Abbiamo il popolo ucraino nei nostri pensieri, mentre la Russia lancia attacchi missilistici contro i civili a Kiev".
Militarmente parlando, invece, nelle ultime ore dobbiamo segnalare un attacco missilistico russo nella regione ucraina sudoccidentale di Odessa.
Il primo bilancio parla di almeno 6 feriti. Nel Donbass si continua a combattere nella periferia meridionale di Lysychansk e hanno consolidato il controllo di Severodonetsk e degli insediamenti circostanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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