C'è la chiara necessità che i turisti tornino ad arrivare in Turchia dietro articoli come quello pubblicato dall'agenzia stampa Anadolu Ajansi, che giovedì accoglieva con gratitudine un pezzo pubblicato sul magazine Travel + Leisure, con l'invito a non disertare il Paese, ricco di "storia, lussuosi luoghi di vacanza, rotte crocieristiche, bellissimi hotel, corse in mongolfiera, cibo indimenticabile, e vivaci scene artistiche e culturali".
Una verità evidente a chunque abbia mai messo piede a Istanbul, o sulle spiagge della Costa Egea, ma l'elegia del magazine statunitense è anche sintomatica di una situazione che non è più una novità. La Turchia e la sua industria turistica stanno soffrendo notevolmente a causa del terrorismo, di sanzioni da parte di Paesi terzi (la Russia) e per una situazione generale che sta prosciugando fonti di viaggiatori tradizionalmente abbondanti, come quelle russa e tedesca.
"Il numero di turisti russi che visitano la Turchia è sceso di circa il 92%, con 41.004 persone a maggio, in confronto allo stesso mese del 2015 - secondo dati pubblicati dal quotidiano in lingua inglese Daily Hurriyet -, mentre il numero di arrivi dalla Germania è diminuito del 31.5% e dalla Gran Bretagna del 29.4%, a rispettivamente 427.000 e 219.000 presenze".
La guerra in atto con i militanti curdi del Pkk, organizzazione etichettata come terroristica in Turchia, ma anche nell'Unione Europea e negli Stati Uniti, una serie di attacchi che hanno preso di mira mete turistiche note a livello globale, come piazza Sultanahmet e la vivace Istiklal Caddesi a Istanbul, unite a una reputazione meno che positiva che la leadership del Paese si è guadagnata all'estero, sono tutti elementi di una situazione percepita come poco sicura, che sta tenendo il turismo lontano dal Paese.
L'ultimo attacco terroristico, non ancora rivendicato ma plausibilmente messo in atto dal cosiddetto Stato islamico, che ha lasciato senza vita più di 40 persone all'aeroporto internazionale Ataturk a Istanbul, con centinaia di feriti in un'operazione suicida, rischia ora di essere la pietra tombale su un'industria turistica che già sta molto soffrendo.
"Un Paese che nel 2014 accoglieva 37 milioni di visitatori - scriveva alcune settimane fa Mark Lowen da Antalya, la più grande città turca sulla costa del Mediterraneo, in un reportage pubblicato dalla Bbc -, la sesta destinazione più popolare al mondo, si attende per quest'anno un calo almeno del 40%".
Lo sguardo verso Mosca
In questo clima il tentativo di riconciliazione con Mosca ha un peso rilevante. Ieri il presidente Vladimir Putin ha deciso di revocare un bando sui voli charter verso la Turchia, in vigore dallo scorso anno, quando un aereo da guerra russo fu abbattuto dall'aviazione militare turca, accusa di avere oltrepassato la frontiera durante un'operazione sui cieli siriani.
Oggi i ministri degli Esteri di Russia e Turchia, Lavrov e Cavusoglu, si sono visti al meeting dell'Organizzazione della cooperazione economica del mar Nero (BSEC). A settembre Erdogan e Putin si incontranno al G20 cinese, se non già prima. Per il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, "sarà un mese di contatti intensi".
Il graduale ripristino delle relazioni bilaterali con Mosca, chiariva un articolo pubblicato di recente da Daily Hurriyet, per l'industria turistica turca
equivale alla speranza che da una mossa politica possa venire anche "il ritorno dei turisti russi nel Paese nella seconda metà dell'anno, con la conseguente riduzione delle pesanti perdite del settore".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.