Viktor Orban passa dalle parole ai fatti. Questa mattina a Budapest le autorità ungheresi hanno assistito alla chiusura degli uffici della Open Society di George Soros.
Una mossa che il premier magiaro aveva ampiamente preannunciato e si era augurato già nella recente campagna elettorale e che rientra nella sua strategia di lotta alla politica liberale e globalista da sempre perseguita dal filantropo e miliardario americano (ma di origini ungheresi). In particolare nel mirino del governo di Budapest ci sono le misure reiterate negli anni a favore di migranti, minoranze e per lo sviluppo dei diritti civili.
"La lotta contro Soros, la sua ideologia liberale, le sue iniziative sui migranti, continuerà ovunque siano le sedi della sua fondazione - ha detto Orban alla radio pubblica ungherese - Capirete che non mi metto a piangere per la loro decisione di chiudere la sede nella nostra capitale".
Il prossimo passo della maggioranza di governo è quello di far approvare una nuova legge in Parlamento che ostacoli ulteriormente le attività di Open Society nel Paese, attraverso una tassa del 25 per cento su ogni donazione ricevuta dall'estero da ong che aiutino i migranti.
La valutazione sarà affidata al ministero dell'Interno, che potrà vietarle nel caso che rappresentino un rischio per la sicurezza nazionale.Nel frattempo gli uffici della capitale ungherese si trasferiranno a Vienna, in Austria, e in un secondo momento a Berlino.
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