Duri scontri sono scoppiati questa mattina sulla spianata delle moschee di Gerusalemme, dopo che reparti della polizia israeliana sono entrati ad al-Aqsa, tra i luoghi più santi per l'islam, dove un gruppo di fedeli era riunito in preghiera.
Le forze dell'ordine israeliane sostengono che i palestinesi utilizzassero il luogo di culto per stoccare petardi e bombe molotov da utilizzare per scatenare una rivolta in città. "Ribelli a volto coperto si sono rifugiati nella moschea e dall'interno hanno cominciato a lanciare pietre e mattoni", si legge in un comunicato della polizia.
A dare il là agli scontri il tentativo di un gruppo di palestinesi di impedire l'accesso a ebrei ortodossi, che intendevano raggiungere la spianata per celebrare la festa del Tisha B’Av. Agli ebrei è consentito l'accesso al luogo, non è invece permesso pregarvi.
Un certo numero di agenti sarebbe rimasto ferito negli scontri. La polizia ha utilizzato i gas lacrimogeni per fermare i disordini ed è poi riuscita a riportare l'ordine, ma intanto sui social network si moltiplicano i messaggi di chi vede l'azione israeliana come una profanazione di un luogo caro a milioni di persone.
Ancora il comunicato della polizia scrive infatti che "le forze di sicurezza sono entrate per alcuni
metri nel perimetro della moschea e ne hanno chiuso le porte, con i ribelli all'interno, per ristabilire l'ordine". Pochi metri che, vista la conflittualità del luogo, sono sufficienti a scatenare critiche e polemiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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