Giorni di attacchi aerei che hanno colpito le basi del Pkk nel Kurdistan iracheno e attacchi terroristici sul suolo turco si sono trasformati in uno scontro che è sbarcato tra i banchi della politica ad Ankara, con le autorità che chiedono al Hdp una risposta chiara.
Al partito di Selahattin Demirtas, che alle ultime elezioni ha portato a casa un risultato storico, grazie a un programma che ha raccolto i favori anche della sinistra, allargando il tradizionale elettorato curdo e portando a casa più del 10% delle preferenze, il primo ministro chiede una condanna netta degli attacchi rivendicati negli ultimi giorni dal Pkk, minacciando ritorsioni.
Demirtas ha condannato i raid aerei che hanno colpito il Pkk in Turchia e Iraq, sostenendo che dietro alle azioni della Turchia, che ha nel frattempo iniziato a colpire anche l'Isis in Siria, ci sia in realtà il desiderio di contenere - anche grazie a un piano concercato con gli Stati Uniti, ma ancora embrionale - le mire indipendentiste dei curdi siriani e non un contrasto efficace all'Isis.
Negli ultimi giorni la posizione della Turchia - ufficialmente prudente ma accusata di sostenere gruppi islamisti in Siria in funzione anti-Assad - è cambiata, con attacchi contro il Pkk e l'Isis e con la stretta di mano tra Washington e Ankara, che ha concesso agli americani l'utilizzo della base area di Incirlik. Un aiuto non da poco per la coalizione, costretta fino ad ora a utilizzare altre basi degli alleati regionali, decisamente più lontane dalla Siria.
Il premier turco Davutoglu accusa il Hdp di Demirtas di mantenere legami con il Pkk, che è considerato una sigla terrorista non solo nel Paese, ma anche negli Stati Uniti e nell'Unione Europea. A complicare la situazione il fatto che i curdi siriani del Pyd, non molto distanti dalle posizioni del Pkk, rappresentano di fatto i boots on the ground della coalizione in Siria, così come i peshmerga in Iraq.
Alle accuse del governo turco il Hdp ha risposto con una dichiarazione formale in cui gli ottanta parlamentari del partito si dicono pronti a rinunciare alla loro immunità, se lo faranno anche i loro avversari politici. Ieri Erdoğan aveva chiesto che "pagassero il prezzo per i loro legami con i gruppi terroristi".
In ballo non ci sono soltanto i rapporti con il Pkk, con il cessate il fuoco ormai considerato rotto da entrambe le parti.
Pesanti accuse che Demirtas aveva fatto prima delle elezioni, parlando di una "squadra dei brogli" messa in piedi dall'Akp di Erdogan, sono una delle ragioni per cui il partito ha chiesto che al Hdp sia tolta l'immunità. La procura ritiene abbia "superato i confini della libertà d'espressione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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