Secondo i dati diffusi da Aiuto alla Chiesa che soffre, sono almeno duecento milioni i cristiani perseguitati e discriminati nel mondo. Una cifra spaventosa se si pensa che, solo nel 2015, più di settemila fedeli di Cristo sono stati uccisi per il loro credo. Un dramma dimenticato dai media occidentali che, di fronte a questi veri e propri crimini, preferisce voltare la testa da un'altra parte. La presenza dello Stato islamico in Siria e in Iraq ha provocato un vero e proprio esodo biblico. Coloro che ne hanno fatto maggiormente le spese sono stati proprio i cristiani.
Questa estate, Gli Occhi della Guerra hanno lanciato una campagna per dare voce a chi non ce l'ha, ovvero ai cristiani sotto tiro del terrorismo islamista. La raccolta non è ancora conclusa (siamo all'80%), ma Gli Occhi della Guerra hanno deciso di iniziare a raccontare questo dramma con la speranza che, attraverso le immagini di chi vive quotidianamente la paura a causa della propria fede, aumenti ulteriormente la sensibilità verso questo tema.
Proprio oggi, infatti, i reporter de Gli Occhi della Guerra hanno ottenuto il visto per andare in Nigeria: è da due anni che cerchiamo di entrare in questo Paese dove i cristiani vengono fatti a pezzi da Boko Haram. I nostri giornalisti partiranno tra pochissimi giorni.
Ma non solo. A brevissimo altri due reporter de Gli Occhi della Guerra andranno in Bangladesh per raccontare la vita della comunità cristiana. Non solo a Dacca, dove lo scorso luglio sono stati uccisi nove nostri connazionali, ma anche nei villaggi dove i cristiani rischiano di più.
Operazione trasparenza
Il costo per realizzare i due reportage è di circa 10mila euro e, come sempre, tutte le spese (assicurazione, vitto e alloggio, fixer...) verranno rendicontate sul sito de Gli Occhi della Guerra.
Naturalmente i nostri reporter cercheranno di andare a nord, nello Stato del Borno dove c'è la roccaforte di Boko Haram: non sarà facile entrarvi ma ci proveranno per andare laddove i cristiani hanno storie terribili da raccontare. Oltre a Nigeria e Bangladesh, ci sono molti altri Paesi in cui i cristiani sono sotto tiro.
Per questo andiamo avanti con la campagna a sostegno dei reportage. Crediamo infatti che solo attraverso le immagini di quello che i cristiani subiscono quotidianamente si riesca a sensibilizzare la maggior parte di persone possibile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.