È lo shutdown più lungo della storia degli Stati Uniti. Dal 22 dicembre scorso, le attività federali sono congelate per ordine del presidente Donald Trump. Come è noto, tutto ruota ai finanziamenti per il muro al confine con il Messico, che il tycoon vuole ad ogni costo - tanto da esser disposto ad invocare l'emergenza nazionale per usare i fondi destinati a Texas e Porto Rico - e che il Partito democratico sta osteggiando in ogni modo.
Trump, in questo modo, batte anche l'amministrazione Clinton, che bloccò gli Stati Uniti per 21 giorni n quanto non riusciva a trovare un accordo con i repubblicani sulla legge dii bilancio. 800mila persone sono momentaneamente senza stipendio. Come nota il Corriere, in questi giorni iniziano a sentirsi le prime conseguenze dello shutdown: "L’aeroporto di Miami ad esempio chiuderà uno dei suoi terminal per la maggior parte della giornata di sabato, domenica e lunedì per assicurarsi che i controlli di sicurezza siano adeguatamente presidiati. Gli addetti alla sicurezza non pagati, infatti, resteranno a casa. Alcune strutture del parco nazionale sono chiuse, così come i musei Smithsonian e lo zoo nazionale di Washington".
I dipendenti della Nasa, invece, rimarranno a casa, come quelli "dell’Internal Revenue Service, che elabora le dichiarazioni dei redditi e emette i rimborsi".
Come nota l'Agi, i sindacati dei dipendenti pubblici federali hanno fatto causa al governo.
In un documento di 19 pagine si accusa il presidente americano di violare le leggi sul lavoro non dando ai dipendenti neppure la paga minima.Secondo le stime di Standard & Poor's, il congelamento delle attività di governo sarebbe già costata 3,6 miliardi, che potranno arrivare a 6 se si sommeranno altre due settimane.
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