Si può vivere senza bugie? La risposta dello psicologo tedesco

La Chiesa protestante ha invitato i fedeli a non dire bugie durante la Quaresima. Ma non sempre dire la verità è la cosa migliore

Si può vivere senza bugie? La risposta dello psicologo tedesco

La Chiesa protestante, qust'anno, ha chiesto ai suoi fedeli di seguire un precetto particolare durante il periodo di Quaresima. Ma, questa volta, non si tratta di digiuno o rinunce a dolcetti golosi. Quest'anno, invece, la Chiesa avrebbe invitato i fedeli a non dire le bugie, almeno per i 40 giorni che precedono Pasqua.

Il quotidiano Der Speigel, in un'intervista allo psicologo tedesco dell'universita di Heidelberg, Klaus Fiedler, spiega però che non sempre dire la verità è la cosa migliore. Infatti, le bugie spesso svolgono anche una funzione sociale importante, perché nella nostra società"non sempre è permesso dire la verità". Un'insegnante dovrebbe dire ai genitori che "il loro bambino è uno dei più stupidi a cui abbia mai insengnato"? E una marito dovrebbe ammettere di essere stato infedele, pur sapendo di distruggere la famiglia?

La risposta a entrambe le domande, se si seguono criteri morali, dovrebbe essere "Sì".

Ma secondo Fiedler, invece, certe verità porterebbero a grossi problemi: si prendano "le professioni basate sulle bugie", come il commerciante, che deve vendere la merce a un prezzo più alto di quanto l'ha comprata, o l'avvocato, che può accettare di difendere un cliente, pur conoscendo la sua colpevolezza.

"Una società senza bugie, conclude il professore, è un'utopia" e ben pochi, ne è convinto, saranno quelli che accoglieranno l'invito della Chiesa a digiunare dalle bugie.

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