Si rafforza l'asse tra Azerbaigian e l'Europa

Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev: "Le nostre parole non differiscono mai dalle nostre azioni"

La visita ufficiale del Presidente dell’Azerbaigian Illham Aliyev in Italia, che avrà inizio il prossimo 14 luglio a Roma con l’incontro tra il Premier Renzi e il Presidente Aliyev, segna un ennesimo importante traguardo nel rafforzamento delle relazioni bilaterali tra l’Italia e l’Azerbaigian, ma soprattutto tra l’Azerbaigian e l’Europa. Nelle settimane precedenti, infatti, il Presidente Aliyev e, di conseguenza, l’Azerbaigian, sono stati protagonisti di due grandi eventi, l’Assemblea del Consiglio d’Europa a Strasburgo e l’Asemblea parlamentare dell’Osce ospitata proprio a Baku, che hanno ribadito l’importanza della partecipazione dell’Azerbaigian nella vita politica ed economica della Comunità europea. Aliyev, impecabile nella forma e nella sostanza, durante il discorso di apertura del 23esima sessione annuale dell’Assemblea parlamentare dell’Osce, ha sottolineato che l’Azerbaigian è riconosciuto un partner affidabile e attivo nelle relazioni bilaterali con la maggior parte dei paesi membri delle comunità internazionali e che, di certo, i Paesi europei rientrano nelle priorità del suo Governo. Questo è un segnale molto importante per l’Europa, considerando l’Azerbaigian, attraverso il progetto Tap (trans Adriatic Pipeline), di cui si parlerà molto nei prossimi giorni, potrebbe garantire la sicurezza energetica dei paesi membri che oggi dipendono da Russia, Libia e Algeria per i propri approvvigionamenti di gas. Ricordiamo anche che l’Italia è il primo partner commerciale dell’Azerbaigian e che lo stesso oggi soddisfa il 16 per cento del fabbisogno petrolifero del nostro Paese.

A Baku, come a Strasburgo, il Presidente Aliyev ha presentato il proprio Paese, gli obiettivi raggiunti in poco più di 20 anni di indipendenza, ma anche le sfide e i progetti per il futuro. “L’implementazione di riforme economiche e politiche allo stesso tempo ci hanno permesso di impedire maggiori complicazioni, di creare un paese stabile e di raggiungere una crescita economica costante”, afferma Aliyev. Infatti, l’economia azerbaigiana nel 2014 è stata dichiarata stabile dalle principali agenzie di rating al mondo, nonostante la grande crisi economica che ha colpito pesantemente i mercati internazionali, e nonostante il 20 per cento dei territori azerbaigiani siano sotto l’occupazione armena da oltre 20 anni. Ed Aliyev proprio su questo tema si appella alle organizzazioni internazionali, ponendo l’attenzione sulla necessità di unificare i criteri con cui vengono applicate le leggi internazionali.

“Alcune risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite vengono applicate in un’ora, mentre alcune rimangono su carta per oltre 20 anni come è accaduti al popolo azerbaigiano”, ricorda il Presidente Aliyev, facendo riferimento alle quattro risoluzioni Onu completamente ignorate fino a oggi, dove l’Armenia è stata condannata a ritirare immediatamente e incondizionatamente le proprie forze armate dai territori occupati. Così come non furono mai rispettate dall’Armenia le decisioni dell’Osce, del Parlamento europeo, dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, dell’Organizzazione islamica per la cooperazione e perfino del gruppo di Minsk Osce- copresieduto da Franci, Russia e Stati Uniti – violando così tutte le norme internazionali e mettendo a rischio la credibilità delle stesse organizzazioni.

“Un milione di azerbaigiani sono diventati rifugiati e sfollati interni nella loro stessa terra; siamo stati oggetto di pulizia etnica, gli armeni hanno commesso un genocidio contro gli azerbaigiani nella città di Khoyali, il genocidio che è ormai riconosciuto da dieci Paesei”, con queste parole Aliyev racconta la sofferenza del proprio popolo, richiamando nuovamente l’attenzione della comunità internazionale sulla necessità immediata di trovare una soluzione definitiva al conflitto del Nagorno Karabakh per la sicurezza di tutta la regione.

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