"L'attentatore di Vienna era un rifugiato". E ora l'Isis rivendica l'attacco

Il terrorista islamico era radicalizzato e pesantemente armato, ma la cintura esplosiva che indossava era finta: "Ripugnante atto terroristico preparato in modo molto professionale"

"L'attentatore di Vienna era un rifugiato". E ora l'Isis rivendica l'attacco

Anche l'Austria finisce sotto attacco: nella serata di ieri è andata in scena una serie di attacchi armati nel centro di Vienna che - stando all'ultimo bilancio - ha provocato 4 morti tra i civili. Intanto è salito a 17 il numero delle persone rimaste ferite nell'attentato e che sono attualmente ricoverate in ospedale. Il direttore sanitario Michael Binder ha precisato che 6 di loro sono in pericolo di vita, mentre le condizioni degli altri rimangono stabili; resta critico il quadro del poliziotto ferito che è ricoverato in terapia intensiva. Il totale delle vittime in realtà ammonta a 5, visto che a essere stato ucciso è stato anche l'attentatore: oltre a due uomini e una donna deceduti per le ferite riportate, il criminale è stato neutralizzato alle ore 20.09, come riportato dal capo della polizia austriaca Gerhard Puerstr, a colpi d'arma da fuoco dalla polizia nelle vicinanze della chiesa di San Ruperto.

Karl Nehammer, il ministro dell'Interno austriaco, ha fatto sapere che il criminale era un simpatizzante dell'Isis. Si chiamerebbe Kujtim Fejzulai: 20enne, nato e cresciuto a Vienna. Oltre alla cittadinanza austriaca aveva anche quella della Macedonia del Nord. L'Apa, l'agenzia di stampa austriaca, ha rivelato che avrebbe dei precedenti penali per associazione di stampo terroristico. Il 25 aprile 2019 sarebbe stato condannato a 22 mesi di prigione per aver tentato di recarsi in Siria per unirsi all'Isis. Il 5 dicembre sarebbe stato poi rilasciato in anticipo con la condizionale: era considerato un giovane adulto e quindi è caduto sotto i privilegi del Tribunale per i minorenni.

L'Isis rivendica l'attacco

L'Isis ha rivendicato l'attacco di ieri sera tramite "Amaq", uno dei suoi organi di propaganda. Lo ha riferito l'emittente Sky News Arabia. Nella rivendicazione si precisa che Abu Dujana al-Albani (di nazionalità albanese) è stato il "soldato del califfato" che ha eseguito l'attacco nella capitale austriaca con fucili e coltelli. Amaq ha inoltre diffuso una foto dell'attentatore di Vienna che - secondo Rita Katz, direttrice di Site, sito che monitora l'universo jihadista - corrisponde a quella di un uomo apparso in un'altra immagine diffusa sui social subito dopo l'attacco.

Quei legami con l'Isis

I genitori, riferisce Florian Klenk, provengono dalla Macedonia del Nord e non avrebbero mai mostrato segnali di avvicinamento all'Islam radicale. "Era nel radar dell'Ufficio federale della Protezione della Costituzione (un servizio di sicurezza austriaco) perché era uno dei circa 90 islamisti austriaci che volevano recarsi in Siria ma gli è stato impedito di farlo a luglio", ha dichiarato il giornalista del settimanale Folter. Poco prima dell'attacco avrebbe prestato giuramento di fedeltà al nuovo leader dell'Isis, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi, e avrebbe annunciato su Instagram il suo gesto postando alcune foto. Pertanto la Bild afferma che gli inquirenti ritengono "probabile" che i post di un jihadista sul social network siano proprio dell'attentatore.

Era pesantemente armato, ma la cintura esplosiva che indossava era finta. La sua abitazione è stata già perquisita. Il sindaco Michael Ludwig ha informato che le forze speciali hanno perquisito diversi indirizzi tra i contatti del killer: due persone sarebbero state arrestate a St. Polten, in Bassa Austria, e non avrebbero opposto resistenza. A Linz un uomo è stato catturato nella zona di Bulgariplatz, bloccato all'esterno di una casa, al termine di una vasta operazione di polizia: l'arrestato sarebbe un noto islamista; resta ancora da definire il collegamento tra lui e l'attacco terroristico. Vienna resta "in stato di massima allerta": la polizia austrica ritiene che vi siano altri terroristi coinvolti nell'attacco nella capitale e che siano attualmente in fuga. Il quotidiano austriaco Kronen Zeitung scrive che l'attentatore era un rifugiato, giunto in Austria da poco tempo. "Non si può escludere che ci siano altri attentatori", ha sottolineato Nehammer. Ai viennesi è stato chiesto di restare a casa durante la delicata fase di ricerca degli autori; per oggi è stata disposta la chiusura delle scuole.

"Ripugnante atto terroristico"

Il ministro dell'Interno sostiene che l'uomo che ha condotto l'attacco e di cui si hanno notizie era "una persona radicalizzata", un simpatizzante del gruppo di miliziani estremisti dello Stato Islamico (Isis): "Abbiamo subito un attacco da un terrorista islamico. Era armato con una cintura esplosiva, austriaco, e aveva con sé una borsa con munizioni. È stato ucciso dalla polizia". Era equipaggiato di una cintura esplosiva, un'arma automatica, una pistola e un machete. Le unità di pronto intervento sono entrate in azione molto rapidamente e la fase caotica dopo gli attentati "è durata molto poco". La cintura esplosiva con la quale è stato trovato "era un falso". Intanto per questa mattina alle 9 è stato convocato un Consiglio dei ministri straordinario: al termine delle riunione, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz terrà una conferenza stampa congiunta con il vice cancelliere Werner Cogler, il ministro Nehammer e il primo cittadino. Successivamente tutti insieme si recheranno sui luoghi dell'attentato dove verrà deposta una corona di fiori.

Kurz ha parlato di un "ripugnante atto terroristico" che è stato preparato "in modo molto professionale". Gli esponenti della comunità islamica austriaca si dicono "profondamente colpiti e scioccati". "Siamo vicini in queste ore alle persone colpite, alle loro famiglie e agli agenti di polizia", si legge nella nota pubblicata sulla loro pagina Facebook. È arrivata anche la presa di posizione della Turchia, che ha condannato "con forza" il "vile attacco" terroristico a Vienna. Ibrahim Kalin, portavoce della presidenza turca, ha assicurato che si continuerà a combattere "contro tutte le forme di terrorismo".

Il ministro degli Esteri di Ankara ha ribadito la totale "solidarietà al popolo austriaco". Sulla vicenda si è espresso anche Fahrettin Altun, responsabile della comunicazione della presidenza turca: "La Turchia è al fianco dell'Austria contro il terrorismo. Condividiamo il vostro dolore".

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