"Congratulazioni per questa vittoria, Pentagono. Congratulazioni per aver conquistato una pila di rocce". E’ quanto scrivono da Al-Abd Al-Faqir, organizzazione indipendente dallo Stato islamico, in una vignetta diffusa questa notte sulla rete. Non si tratta di una produzione ufficiale dello Stato islamico. La vignetta, intercettata dal Terrorism Research & Analysis Consortium o TRAC, rientra nelle produzioni pro-Is, Isis-linked group o Isis-aligned group. Non c'è alcun collegamento tra i media operative del nucleo centrale dell’organizzazione terroristica ed i simpatizzanti dei gruppi pro-Is. E' il solo messaggio dello Stato islamico tramite i suoi canali Idra (al-Naba, Islamic State ed Amaq del Central Media Diwan) ad avere l'autorità necessaria per innescare i distaccamenti o consacrare le loro operazioni per attacchi pianificati e su larga scala. Nella maggior parte delle minacce on line, tale distinzione non sempre è stata rilevata.
Al-Abd Al-Faqir
Youth of the Caliphate, il magazine per la gioventù jihadista
Al-Abd Al-Faqir o AF Media ha minacciato più volte il Vaticano, Papa Francesco ed invocato attacchi biologici contro l'Occidente, come nella vignetta che battezzammo "I Got Green Smoke, I Got Green Smoke". Lo scorso settembre, Al-Faqir ha ottenuto una discreta popolarità, pubblicando sui diversi canali Telegram utilizzati dai simpatizzanti dello Stato islamico il video Story of a Mujahid: Abu Muhammad al-Adnani. Un cartone animato di cinque minuti in cui si celebra la vita del noto terrorista al-Adnani, eliminato in un raid statunitense nell'agosto del 2016. I contenuti della sigla Al-Abd Al-Faqir sono concepiti per i giovani. Dallo scorso 10 ottobre, infatti, AF Media pubblica sulla rete il magazine Youth of the Caliphate. L’opera, giunta al quarto numero, è concepita per il reclutamento dei giovani nel tentativo di ampliare la portata geografica degli attacchi dello Stato islamico. Grafica e contenuti di Youth of the Caliphate sono calibrati per la gioventù jihadista occidentale. Linguaggio semplice ed immediato, il mensile funge da cassa di risonanza per tutte le produzioni, ufficiali e non, ritenuti compatibili con il pubblico di riferimento. In Youth of the Caliphate si incoraggiano i musulmani che vivono in Occidente a compiere attacchi contro i crociati. Nel magazine anche consigli come nella rubrica Media jihad, in cui si consiglia ai giovani di acquistare uno smartphone o un laptop da utilizzare esclusivamente per le attività jihadiste online. L'obiettivo di Youth of the Caliphate è quello di dare nuova linfa a quel falso piano globale del terrore che non esiste. Tuttavia il ruolo dei simpatizzanti è praticamente irrilevante senza un'azione fisica di supporto che possa dare credibilità alle loro minacce.
I simpatizzanti continueranno ad invocare disperatamente un qualsiasi tipo di attentato che possa essere inconfutabilmente etichettato come tale. Una delle tecniche più subdole delle organizzazioni terroristiche è quella di dare un'illusione di coordinamento globale. Tuttavia appare evidente che tali vignette siano opera di soggetti senza alcun tipo di collegamento con il ramo principale. Oltre alla letteratura convenzionale diffusa sulla rete con istruzioni prevalentemente entry level e dedicata prevalentemente ai terroristi radicalizzati a distanza, ne esiste una parallela. Quest’ultima si rivolge all’élite del movimento e per diffondere informazioni classificate ai distaccamenti. La leadership jihadista si è sempre basata su un nutrito numero self-starters e fanatici opportunisti che traggono ispirazione prevalentemente dalle guide disponibili sulla rete. Per lo Stato islamico, la gratuita cassa di risonanza della rete è essenziale sia per continuare ad attirare reclute che per preservare la lealtà dei seguaci.
Stato islamico, la Jihad mediatica
Così come avvenuto per altre opere simili (ufficiali e non) pubblicate sulla rete in questi anni, procediamo con l’analisi della vignetta. Come abbiamo già rilevato, si tratta di una produzione non ufficiale dello Stato islamico. Nonostante la promozione sul campo, i media operative dei gruppi pro-Is sono stati consacrati a mujaeddin dallo stesso al-Baghdadi, i simpatizzanti non possiedono alcuna autorità per abilitare i distaccamenti di sicurezza. Terroristi e simpatizzanti hanno appreso una lezione nel tempo: una buona resa grafica conferisce credibilità e profondità digitale a minacce e dichiarazioni. Ad esempio, le precedenti minacce rivolte contro il Vaticano, non sono state prese in considerazione dai media occidentali poiché di bassissima qualità. Urgono in ogni caso dei protocolli di esposizione per evitare che le vignette dei simpatizzanti possano essere elevate a minacce ufficiali dello Stato islamico.
Le nuove disposizioni
Fino allo scorso novembre, le sigle simpatizzanti non possedevano l’autorità per utilizzare i loghi ufficiali dello Stato islamico. Le sigle pro-Is potevano utilizzare il logo dello Stato islamico sulle loro vignette, ma non la scritta Islamic State a corredo. Per non incorrere in smentite (così come avvenuto per i Mondiali di Russia, mai minacciati dallo Stato islamico), i simpatizzanti dovevano rispettare alcune regole. Solo le produzioni ufficiali potevano fregiarsi dei simboli Islamic State. Tale restrizione è stata rimossa del tutto. Per sopravvivere sulla rete ed alimentare quella falsa idea di insurrezione jihadista globale, lo Stato islamico non può più fare a meno dei suoi simpatizzanti e delle loro reti di diffusione non attenzionate dalle autorità. Ad una probabile diminuzione dell'attività dei canali Idra dello Stato islamico, corrisponderà una maggiore attività dei simpatizzanti.
“Congratulazioni per questa vittoria, Pentagono”
L'opera diffusa questa notte da Al-Abd Al-Faqir rientra nel filone apocalittico. L'artwork, scaricato dalla libreria di Shutterstock, è stato realizzato dall'artista iraniano Meysam Azarneshin. Quest'ultimo pubblica i suoi lavori su diverse piattaforme social (cheetahpictures su Instagram). Artwork e foto apocalittiche sono spesso modificate da terroristi e simpatizzanti, così come utilizzate per il filone parigino, romano e newyorkese. L'artwork di Meysam Azarneshin, intitolata helicopter and forces in destroyed city, dovrebbe essere stato immesso sulla libreria di Shutterstock lo scorso dicembre. Essendo materiale coperto da copyright, non può essere scaricato gratuitamente. Per acquistare e scaricare una foto o un artwork da Shutterstock, l'utente deve necessariamente registrarsi e sottoscrivere un piano tariffario.
La frase inserita nella vignetta di questa notte è di Abu Mohammad al-Adnani, ex portavoce dello Stato islamico. Nel marzo del 2015, dopo che il gruppo perse la città di Kobani, in un messaggio pubblico Adnani si complimentò con il Pentagono per la pila di rocce conquistata.
Stato islamico, Abu Muhammad al-Adnani
Il siriano Taha Subhi Falaha noto con lo pseudonimo Abu Mohammad al-Adnani, è stato uno dei primi membri della diramazione irachena di al Qaeda in Iraq. Pupillo di Abu Musab al-Zarqawi ed erede designato di Abu Bakr al-Baghdadi, è stato nominato emiro dello Stato islamico in Siria all'inizio del 2013 dopo la separazione del gruppo con il Fronte Nusra, ex affiliazione siriana di al Qaeda. Si ritiene che quando al-Adnani annunciò la formazione del califfato nel giugno 2014, fosse l'unico siriano della leadership dello Stato islamico.
Abu Mohammed al-Adnani ha diretto i reparti speciali del gruppo come la quwat khas e l'Emni, unità d'infiltrazione ed intelligence dello Stato islamico. L'Emni, sotto la guida di al-Adnani, aveva il compito di garantire la sicurezza interna del Dawla (parola araba per lo stato) e proiettare il terrore all'estero. Gli elementi dell'Emni hanno guidato tuti i principali attentati avvenuti in Occidente come Parigi e Bruxelles. Cellule Emni sono state identificate in Austria, Germania, Spagna, Libano, Tunisia, Bangladesh, Indonesia e Malesia. Nelle intenzioni di al-Adnani, l'Emni avrebbe dovuto creare un bacino globale di terroristi da inserire e guidare nella loro rete internazionale. L'uomo era noto anche per le sue doti oratorie. Il portavoce dello Stato islamico, ucciso il 30 agosto del 2016 in un raid aereo degli Stati Uniti, nella primavera del 2014 annunciò una direttiva rivolta ai militanti sparsi nel mondo: “Quanti non sono in grado di realizzare un IED, potranno sempre spaccare la testa dei crociati con una pietra, macellarli con un coltello o travolgerli con l’auto”. Proprio al portavoce dello Stato islamico si deve la prima reinterpretazione della teologia islamica.
Al-Adnani ha gettato le basi della nuova mentalità radicale islamista sostenendo la liceità e la natura obbligatoria della jihad nel Ramadan, definito il “mese di conquista”. Nel suo primo discorso, Abu Mohammed al-Adnani ha decontestualizzato le classiche prescrizioni del Corano per garantire un supporto religioso ad omicidi e missioni di martirio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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