ll presidente russo Vladimir Putin ha accettato di sospendere i voli russi in Egitto. Lo riporta l'agenzia di stampa Interfax, citando il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Putin - ha detto Peskov - ha ordinato al governo di mettere a punto meccanismi per attuare le raccomandazioni della commissione nazionale Antiterrorismo ed assicurare il ritorno in patria dei russi". La decisione di Putin segue lo schianto di un aereo russo nel Sinai lo scorso fine settimana, in cui sono morte 224 persone. Si tratta del primo segnale che Mosca attribuisce credibilità alla teoria che militanti islamici abbiano in qualche modo piazzato una bomba sul velivolo. Poco prima Alexander Bortnikov, capo del servizio di sicurezza russo Fsb, aveva raccomandato che la Russia sospendesse tutti i voli passeggeri sino a quando la causa dell'incidente non fosse stata chiarita. "Putin ha incaricato il governo di lavorare a un meccanismo che attui le raccomandazioni dalle Commissione nazionale antiterrorismo e assicuri
il ritorno dei cittadini russi in patria", ha affermato Bortnikov.
Putin, ha aggiunto Peskov, ha ordinato che l'esecutivo apra colloqui con le autorità egiziane, per garantire la sicurezza dei voli. E già in serata si è registrata una telefonata tra Mosca e il Cairo, in cui con il presidente egiziano al-Sisi ha "convenuto di riprendere il più presto possibile i voli russi".
La sciagura aerea del Sinai prende sempre più la pista del terrorismo. Gli inquirenti britannici sono quasi certi che sia stata una bomba che si trovava nella stiva. Tra gli investigatori al lavoro nel deserto ci sono anche gli irlandesi. Forse sono loro ad aver passato a Londra le informazioni che appoggiano lo scenario criminale. Ci sono alcuni indizi degni di nota: parti di un ordigno o segni sulle lamiere, frammenti sui cadaveri. La dinamica del disastro, con l’Airbus che si "spezza" in volo fa pensare ad un fattore esterno, prima era il missile, poi si è passati alla bomba.
Ma ad accelerare le indagini nella direzione di un attentato terroristico ci sono le rivelazioni dagli Usa su intercettazioni che riguardano membri dell’Isis o affiliati. Parlavano di colpire l’aereo? È chiaro che il "chiacchiericcio" - come è definito in gergo - da solo non basta. Anche se c’è la serie di rivendicazioni dello Stato Islamico. Assunzioni di responsabilità dove però sono assenti elementi di prova: un portavoce ha affermato che racconteranno come hanno fatto. Intanto gli inquirenti britannici pensano ad un salto di qualità del terrorismo jihadista. Non più operazioni individuali ma attacchi spettacolari, per imitare e superare Al Qaeda. Per farlo si sono serviti di complici in servizio nello scalo di Sharm el Sheikh, hanno sfruttato i buchi nella rete di sicurezza ed hanno piazzato la trappola. Molti i sospettabili: gli inservienti delle pulizie, chi porta il cibo a bordo, un operaio dei bagagli. Se uno di loro è coinvolto il Mukhabarat egiziano saprà come farlo parlare. Ed è proprio dalle intercettazioni che potrebbe arrivare la verità su un disastro aereo che finora ha tanti lati oscuri.
Intanto la compagnia erea Easyjet sta lavorando a stretto contatto con le autorità egiziane, e presto la situazione
dei voli sospesi per il rientro dei turisti da Sharm el-Sheikh potrebbe sbloccarsi. Dopo prime notizie ottimiste, è stato annullato però un volo che questa sera avrebbe dovuto riportare un centinaio di italiani a Malpensa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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