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Siria, raid Usa contro convoglio di miliziani pro-Assad. Mosca: "Inaccettabile"

Tensione fra Russia e Stati Uniti in Siria dopo il raid della coalizione internazionale a guida Usa su un convoglio di miliziani filo-governativi. Per Mosca l'attacco è "inaccettabile". Il Pentagono: "Ci siamo difesi"

Siria, raid Usa contro convoglio di miliziani pro-Assad. Mosca: "Inaccettabile"

Continuano gli attriti tra Stati Uniti e Russia in Siria, dopo che, ieri, i caccia della coalizione internazionale anti-Isis, guidata dagli Usa, hanno colpito un convoglio dell’esercito di Damasco nel sud del Paese, al confine con l’Iraq e la Giordania.

Il raid sul convoglio di miliziani pro-Assad

Ad essere colpiti sono stati miliziani sciiti iraniani, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, che stavano minacciando le posizioni dei ribelli addestrati dagli Stati Uniti. Secondo la ricostruzione fatta dalla stessa agenzia di stampa, sulla base delle dichiarazioni dei miliziani del gruppo ribelle Maghawir al Thawra, sostenuto dagli Usa e dalla Gran Bretagna, la coalizione internazionale sarebbe intervenuta su richiesta dello stesso gruppo per neutralizzare il convoglio, composto da quattro carri armati, che si stava avvicinando alle posizioni dei ribelli anti-Assad al confine con la Giordania. I caccia statunitensi hanno lanciato alcuni colpi di avvertimento, prima di colpire il convoglio, che viaggiava sulla strada di at-Tanf, nella sua parte iniziale. L’agenzia di stampa siriana Sana ha confermato che l’attacco ai miliziani governativi ha avuto luogo alle 16.30 di giovedì e che ha provocato diversi morti e danni materiali. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, vicino all’opposizione, i morti sarebbero otto, per la maggior parte non di nazionalità siriana.

La reazione di Mosca: “Attacco inaccettabile”

Il vice ministro degli esteri russo, Gennady Gatilov, ha definito “del tutto inaccettabile” l’attacco della coalizione a guida americana. Il raid mostra che gli Stati Uniti hanno "passato il segno violando la sovranità" della Siria, ha continuato il vice ministro degli Esteri. Il raid degli Stati Uniti, inoltre, secondo Gatilov, “non è favorevole al processo politico". Secondo quanto riferisce l’agenzia russa Tass, infatti, il bombardamento statunitense è avvenuto all’interno di una delle quattro zone di de-escalation istituite all’inizio maggio. Secondo l’accordo raggiunto da Russia, Turchia e Iran durante l’ultimo round di colloqui di pace ad Astana, in Kazakhstan, in queste zone sono vietate le attività militari, incluse le operazioni aeree. Anche il governo di Damasco ha condannato il raid, definendolo un attacco "impudente", che mostra "le falsità della coalizione internazionale riguardo alla sua volontà di combattere il terrorismo”.

Il Pentagono: “Difendiamo le nostre truppe”

Nella giornata di ieri il capo del Pentagono, il generale James Mattis, aveva sottolineato, dal canto suo, che gli Stati Uniti "non stanno intensificando il loro impegno in Siria”. Lo scopo del raid, ha chiarito il Pentagono, è stato semplicemente quello di difendere le proprie truppe. "Se qualcuno ci attacca, ci difendiamo, è stata la nostra politica per lungo tempo", ha evidenziato Mattis, affermando che gli Usa non intendono allargare il loro ruolo in Siria ma che intendono agire in maniera difensiva laddove ce ne fosse bisogno.

Secondo la coalizione internazionale anti-Isis, infatti, l’attacco è stato lanciato perché i mezzi dei miliziani filo-governativi “si stavano avvicinando troppo” alle unità della coalizione e, “nonostante gli avvertimenti, non si erano fermati".

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