Solo lo sviluppo può salvare la Cina. Solo l'integrazione con il resto del mondo la rende prospera

Primavera del 1992. Deng Xiaoping visita Wuchang, Shenzhen, Zhuhai e Shanghai. Trent’anni dopo tutti ricordano i suoi discorsi nel meridione della Cina. Sono la direzione che il Paese sta ancora seguendo

Solo lo sviluppo può salvare la Cina. Solo l'integrazione con il resto del mondo la rende prospera

Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 la Cina si trovò ad un bivio: seguire la nuova via delle riforme e dell’apertura al mondo o il modello di crescita sin lì consolidato? Se il paese non avesse fatto la scelta adeguata si sarebbero potute stravolgere le linee guida teoriche, organizzative e politiche che il PCC aveva stabilito dopo la terza sessione plenaria del suo undicesimo Comitato centrale, sarebbe stato ribaltato il principio di base stabilito al tredicesimo Congresso nazionale del partito per la fase primaria del socialismo. Dunque, la riforma socialista e l’apertura sarebbero state accantonate e lo stesso socialismo cinese avrebbe potuto deviare dal suo corso. Fu in questo momento topico che tra il 18 gennaio e il 21 febbraio 1992 il principale architetto della riforma e dell’apertura, Deng Xiaoping – che si era già ritirato dal suo ruolo centrale di leader della seconda generazione del PCC – all’età di 88 anni decise di effettuare un viaggio ispettivo nel sud della Cina, visitando Wuchang, Shenzhen, Zhuhai e Shanghai. Le sue conferenze, note comunemente come South Tour Talks, i “Colloqui del Sud”, manifestarono la profonda speranza per la causa del partito e del popolo, una forte coscienza politica e strategica insieme all’acuta consapevolezza dei pericoli potenziali.

Il 26 marzo scorso lo Shenzhen Special Zone Daily ha celebrato l’anniversario pubblicando un rapporto completo sulla visita di Deng, rielencando i punti principali delle sue osservazioni durante il tour. Nei “colloqui” lui ribadì la necessità di aderire fermamente alla linea di base del partito definita come “un compito centrale e due punti fondamentali”, di accogliere il percorso socialista con caratteristiche distintive cinesi, di cogliere l’opportunità del momento per accelerare le riforme e l’apertura concentrandosi sullo sviluppo economico come pure sul concetto e l’essenza del socialismo.

L'impronta di Deng

Riconoscendo l’importanza dei dubbi che pur circolavano nella popolazione, Deng fece un esame anni a partire dal 1978, ribadendo quanto fosse urgente approfondirle e accelerare lo sviluppo; rappresentò nuovi punti di vista e concezioni su una serie di reali questioni teoriche e pratiche dando finalmente risposte ai tanti importanti quesiti che avevano intimamente frenato i quadri e le masse per molti anni. I discorsi affrontati durante quel viaggio furono considerati un prezioso tesoro politico per il PCC e la nazione. I “Colloqui del Sud” riguardano la formazione e lamaturazione della teoria di Deng Xiaoping, hanno ispirato il secondo round della riforma e dell’apertura in Cina fornendo risposte tempestive a domande inevitabili quali “cos’è il socialismo e come costruirlo”.

Si deve a questi interventi di Deng se molte persone hanno potuto ristabilire la loro fiducia nel socialismo con caratteristiche cinesi. Insomma, i “Colloqui del Sud” sono stati cruciali nella riforma economica e nel progresso sociale della Cina negli anni ‘90, con un impatto incommensurabile anche sulla riforma e sullo sviluppo della Cina nel XXI secolo. Nel 1992 Deng non solo riuscì ad instradare Shenzhen, Zhuhai, Guangzhou e la regione del Delta del Fiume delle Perle verso una riforma più audace che consentisse loro un’apertura al mondo, ma spinse anche personalmente perchè si arrivasse all’apertura di Shanghai, in particolare dell’area di Pudong.

Infatti, inaugurato subito dopo il viaggio meridionale di Deng del 1992, il distretto di Pudong è oggi l’immagine per antonomasia del grande successo economico e finanziario di Shanghai, e per esteso della Cina. E’ un fatto storico che traendo ispirazione dai principi condivisi da Deng durante il tour, anche altre parti della Cina siano state incoraggiate a seguire la via delle riforme e dell’apertura al mondo.

Da allora i funzionari e il popolo cinesi hanno mantenuto costantemente l’impegno riformistico collegato ad un’apertura irreversibile al mondo. Ecco com’è che solo lo sviluppo può salvare la Cina e solo una maggiore integrazione col resto del mondo può renderla prospera.

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