Ancora non si capiscono alla perfezione le dinamiche che hanno portato al licenziamento di Stephen Bannon, capo stratega della presidenza Trump, ma il giorno dopo la notizia del licenziamento - o delle dimissioni, a seconda della versione a cui si vuole dare retta - ciò che è chiaro è cosa ci sarà nell'immediato futuro di quello che ormai è l'ex consigliere del presidente.
Bannon ricomincia da dove ha lasciato, dal sito dell'estrema destra Breitbart News, di nuovo presidente esecutivo della macchina mediatica a cui è stato in sella fino al giorno in cui si è unito alla campagna per le presidenziali dell'allora candidato repubblicano Trump.
"Breitbart ha guadagnato un direttore che conosce bene l'agenda di Trump", ha commentato Alex Marlow, attuale direttore della testata. E dopo il benservito l'ex stratega si è subito diretto alla riunione della sera della redazione.
Fuori dallo Studio ovale, dopo che per mesi si erano accumulati i contrasti con altri alti funzionari e con la famiglia del presidente,
Jared Kushner primo fra tutti, Bannon ha detto di essere pronto a "scendere in guerra" ancora per Trump. Ma ha messo in chiaro, in un'intervista al Weekly Standard: "La presidenza per cui avevamo lottato è finita".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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