"Una dose di vaccino? Cosa succede alla trasmissione del Covid"

Una sola dose di vaccino Pfizer, spiega lo studio, blocca sì l'aggravarsi della malattia, ma non basta a sviluppare immunità

"Una dose di vaccino? Cosa succede alla trasmissione del Covid"

Dalla Germania arriva il primo studio condotto post mortem sull'efficacia dei vaccini, condotto appunto su un soggetto deceduto che aveva ricevuto solo la prima dose di farmaco Pfizer anti-coronavirus. Nel dettaglio, la ricerca in questione, pubblicata sull'edizione di giugno della rivista scientifica internazionale International Journal of Infectious Diseases, evidenzia che una sola dose di vaccino "non ferma la trasmissione del Covid”; tale asserzione si è basata sullo studio di un caso in cui risultava appunto impiegato unicamente il medicinale tedesco-americano.

In particolare, la ricerca citata si è sviluppata dall'analisi di un paziente 86enne, ospite di una casa di riposo tedesca, deceduto per insufficienza renale e respiratoria acuta 4 settimane dopo la somministrazione della prima dose di vaccino; l'uomo aveva patologie pregresse: ipertensione arteriosa sistemica, insufficienza venosa cronica, demenza e carcinoma della prostata Egli aveva ricevuto la prima dose di Pfizer il 9 gennaio, e, sebbene non avesse mostrato alcun sintomo specifico legato al Covid mentre si aggravavano le sue patologie croniche, è risultato positivo al tampone prima di morire. Quell'anziano, rimarcano gli autori dello studio, era quindi deceduto da asintomatico.

La diagnosi effettuata subito dopo il decesso dell'86enne aveva quindi identificato, quali cause della morte del paziente, una broncopolmonite acuta e un'insufficienza tubulare, senza che venissre però riscontrato, nell'organismo dell'anziano, alcun tratto morfologico del Covid. Una mappatura molecolare post mortem avrebbe però rilevato valori significativi del virus in tutti gli organi esaminati, tranne nel fegato e nel bulbo olfattivo. Di conseguenza, gl esperti tedeschi hanno affermato che la prima dose di vaccino Pfizer produce sì una risposta a livello immunitario, ma non ferma la circolazione del coronavirus, ossia, in termini tecnici, la prima dose "induce immunogenicità, ma non immunità sterile".

Il fatto che quell'anziano, nonostante avesse ricevuto la prima dose di Pfizer, fosse asintomatico sarebbe dimostrato anche dal fatto, afferma lo studio citato, che egli avrebbe infettato un compagno di stanza mentre, a causa dell'aggravarsi della broncopolmonite, era ricoverato in ospedale e non manifestava ancora alcun segno di positività al coronavirus. Da più approfonditi esami post mortem svolti sull'organismo dell'86enne, evidenzia la pubblicazione tedesca, è successivamente emerso che l’infezione da Covid, per effetto della prima dose di vaccino ricevuta dal paziente, era progredita a un ritmo più lento del solito e la sua diffusione sistemica negli organi del malcapitato era proceduta con minore aggressività.

In conclusione, gli scienziati autori dello studio pubblicato in questo mese attestano che i risultati degli esami condotti post mortem su quel paziente dimostrano soprattutto che il vaccino anti Covid riduce la gravità della malattia, soprattutto quella polmonare grave, e che la prima dose suscita una buona

reazione immunitaria. Tuttavia, una sola dose di vaccino non è sufficiente per sviluppare l’immunità sterile; il richiamo diventa, di conseguenza, fondamentale per immunizzare l'organismo a livelli ottimali contro il Covid.

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