È arrivata finalmente la condanna nei confronti del cittadino straniero di nazionalità libica che lo scorso mese di ottobre, a Malmö (Svezia), aggredì una bambina di soli 9 anni per poi violentarla brutalmente.
A distanza di poco tempo, lo straniero confessò agli inquirenti il proprio crimine, rivelando loro che quel giorno aveva girato per le strade della città svedese con il preciso intento di trovare qualcuno da stuprare. Non era importante, per lui, chi fosse la vittima, né tantomeno che età avesse.
L’africano, un 30enne originario della Libia ma residente in Svezia dal 2010, incontrò la piccola mentre questa stava tornando a casa da scuola in bicicletta. Dopo essere riuscito ad avvicinarla, lo straniero la trascinò in un luogo isolato (alcune fonti parlano di un casotto adiacente ad un condominio) per abusare di lei. Terribile la ricostruzione del pubblico ministero, riportata da “The local”. Dopo avere chiuso a chiave la stanza dove aveva portato la sua vittima, il 30enne gettò a terra la bambina e la colpì in faccia. A quel punto si spogliò, le tenne ferme le gambe e la violentò, tenendole una mano sulla gola perché avesse difficoltà a respirare. In quegli orribili momenti, l’orco continuò a minacciare la piccola, obbligandola a tacere.
Per il terribile crimine commesso, l’africano, padre di tre bambini, è stato condannato a sei anni di reclusione. L’accusa è quella di stupro aggravato. Lo straniero verrà poi espulso dalla Svezia, paese dove non potrà tornare per almeno 15 anni, e dovrà versare come risarcimento alla vittima la cifra di 17.000 euro.
Una decisione, quella del giudice, che ha suscitato non poche polemiche. Dopo 15 anni, infatti, il pericoloso soggetto potrà tranquillamente rimettere piede entro i confini svedesi. Si tratta, fra l’altro, di un individuo con numerosi precedenti alle spalle, non solo per reati legati alla droga ed al furto, ma anche ad episodi di molestie sessuali. Crimini per i quali, nonostante le condanne, non era mai stato espulso.
Eppure venerdì scorso,
al momento della sentenza, c’è stato anche chi ha protestato affermando che il 30enne dovesse invece ricevere una condanna meno severa, dato che l’imputato si era volontariamente consegnato alla polizia.
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