L’esercito svizzero apre le porte ai soldati transessuali. Le forze armate federali hanno infatti deciso di proseguire con convinzione la politica di inclusione avviata nel 2013, anno in cui i vertici della Difesa elvetica hanno cominciato ad ammettere alla vita in grigioverde le prime reclute appartenenti a tale minoranza.
In base a quanto riportano le testate domenicali scudocrociate Le Matin dimanche e SonntagsZeitung, l’esercito di Berna ha costituito ultimamente un apposito dipartimento, denominato Diversity Swiss Army, incaricato di gestire proprio le pratiche inerenti a soggetti che non si identificano con il sesso registrato sul rispettivo atto di nascita. Tale ufficio, inoltre, collaborerà con il distaccamento del reclutamento, il servizio medico e l’avvocatura della Difesa al fine di elaborare nuove misure finalizzate ad agevolare sempre più l’ingresso di individui transessuali nelle forze armate nazionali.
Gli alti comandi dell’esercito elvetico hanno quindi pubblicato delle linee-guida che descrivono come verrà attuata nel dettaglio la svolta pro-inclusione annunciata di recente. Il documento in questione, spiegano sempre le due testate, ribadisce innanzitutto l’impegno delle autorità militari a incoraggiare l’arruolamento di soggetti transessuali, nonostante i regolamenti vigenti circa il personale delle forze armate dichiarino ancora i soggetti appartenenti a tale minoranza “inadeguati alla vita militare e allo svolgimento di compiti di protezione civile”.
Le linee-guida, malgrado queste limitazioni normative, precisano comunque che se uno specialista certificherà la salute mentale e fisica, la resistenza allo stress, l'adattabilità e le altre caratteristiche necessarie a reggere la durezza della vita in grigioverde, non ci sarà nulla che potrà impedire l'ammissione di una persona transessuale nell’esercito scudocrociato.
Dal 2013, le forze armate di Berna hanno ritenuto ogni anno idonei al servizio militare non più di 18 soggetti transgender. Gli stessi vertici della Difesa hanno però assicurato che, da oggi in poi, per effetto della linea pro-inclusione da costoro annunciata recentemente, tale numero crescerà “in maniera significativa”.
Le linee-guida appena pubblicate dall’esercito svizzero stabiliscono infine che, con i reclutamenti generali in programma nel 2020, aspiranti soldati e soldatesse dovranno anche rivelare, agli ufficiali responsabili dell’ammissione delle matricole, l’“identità sessuale che essi percepiscono di possedere realmente”.
Di conseguenza, sui questionari che dovranno essere compilati dalle aspiranti reclute ci sarà anche, sotto la voce “genere”, una terza casella oltre a quelle “maschio” e “femmina”: quella che riporterà la dicitura “altro”.Con la campagna di arruolamento in programma per il 2020, l’esercito di Berna mira a inserire tra i propri ranghi almeno 50mila soldati e 3mila soldatesse.
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