Le t-shirt femministe fatte da operaie sfruttate

In vendita in Inghilterra a 45 sterline, le magliette contro l'uso del corpo femminile nella moda erano fatte da donne pagate 62 penny all'ora

Le t-shirt femministe  fatte da operaie sfruttate

Da femministe a "sfruttatrici" in un batter d'occhio. È quello che è successo all'associazione britannica Fawcett Society finita nella bufera per delle magliette contro l'uso del corpo femminile che, si è scoperto, sono fabbricate alle Mauritius da operaie sottopagate.

Le t-shirt con scritta "This is what a feminist looks like" (questo è l’aspetto di una femminista) su sfondo grigio, erano un manifesto di normalità da sfoggiare contro l'immagine della donna vamp trasmessa da pubblicità e moda. Sono state indossate da donne e uomini famosi, come il leader laburista Ed Miliband, quello liberaldemocratico Nick Clegg, la numero due del Labour e Harriet Harman (che l'ha portata persino in Parlamento). Ma domenica il Mail on Sunday ha svelato l'inquietante retroscena: le magliette sono cucite da donne che ricevono appena 62 penny (meno di 1 euro) all'ora, lavorando per molte ore al giorno e dormendo in 16 in una stanza.

Ma producono le stesse magliette che vengono vendute a Londra a 45 sterline l’una (circa 55 euro).

La Fawcett Society sostiene che chi ha fornito le t-shirt aveva garantito che venivano prodotte in Gran Bretagna nel pieno rispetto delle leggi sul lavoro e dei diritti umani.

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