È ora in libreria, e anche leggibile su supporto elettronico, la traduzione in italiano dei Principi generali del Codice civile cinese che è già legge e che, quasi sicuramente nella sessione annuale dell’ANP, verranno completati con l’approvazione delle Parti speciali (“Della proprietà”; “Dei contratti”; “Dei diritti della personalità”; “Del matrimonio e della famiglia”: “Delle successioni”; “Della responsabilità extracontrattuale”).
Il Codice civile cinese si incorporerà al sistema, diventerà parte del nostro comune diritto, interessa la cultura giuridica italiana. Questa traduzione è il volume 11 della Serie: Leggi tradotte della RPC dell’Osservatorio sulla codificazione e sulla formazione del Giurista in Cina nel quadro del sistema giuridico romanistico (i primi volumi sono edizioni. Giappichelli; ora sono Cedam-Wolters Kluwer).
Si aggiungeranno a breve altri due volumi su: Legge della RPC sugli investimenti stranieri; Legge della RPC sul riesame amministrativo e Legge sulle sanzioni amministrative. Poi si affronterà la pubblicazione della Legge sul commercio estero e la traduzione delle citate parti speciali del Codice civile. Come questa rivista che gentilmente ospita queste mie riflessioni, la serie delle traduzioni delle leggi cinesi è bilingue: testo cinese e testo italiano a fronte.
L’incontro che così, con questi testi, si rappresenta materialmente ha, nel caso specifico, anche il valore di immediata possibile verifica dei termini-concetti che vengono usati, e ciò, nel linguaggio settoriale giuridico, ha un grande valore in quanto le proposizioni che sono formulate e vengono tradotte prescrivono delle condotte. Inoltre, queste pubblicazioni bilingui di leggi sono uno strumento per l’apprendimento di tale linguaggio settoriale che spesso dà alle parole un significato diverso da quello che esse hanno nella lingua generale. Infine, sia la lingua cinese che quella italiana, sono lingue essenziali della comunicazione fra i popoli per la internazionalizzazione di importanti settori della scienza, e soprattutto delle scienze umane e sociali, nell’ambito delle quali quella italiana e quella cinese hanno dato e stanno dando contributi che valgono al di là dei nostri due paesi, ma per tutto il sistema.
In questo anno in cui in Italia si è dedicato un giorno alla memoria di Dante, e ci si propone di promuovere questa attenzione al massimo poeta della lingua italiana, mi è grato sottolineare il ruolo della lingua italiana in un piano internazionale, per il diritto, per il quale Dante ebbe una tale attenzione che ne sottolineò l'importanza ricordando che Giustiniano lo antepose alle armi, che lasciò ai sui generali, per dedicarsi lui invece tutto alla codificazione (Dante, Divina commedia, Paradiso, Canto VI). La scienza del nostro comune sistema giuridico codificato non è solo attenta alle “regole” e all'ordinamento di uno o altro Paese; le sue basi romane ci dicono che essa è “un vero, non apparenti amore della sapienza” (D. 1,1,1,1); essa, infatti, è costruzione di armonia e di coerenze complessive; è sistema di esse che si proietta sulla società con la funzione di fare crescere l'uguaglianza e ciò che è buono per tutti e per ciascuno, con uno sguardo aperto: essa è scienza del diritto comune di tutti gli uomini.
Sono gli uomini che camminano o navigano lungo le vie della seta! Sono loro che portano conoscenze e beni! Riallacciandosi idealmente a un testo del diritto romano che dichiarava “tutto il diritto è in funzione degli uomini” (D. 1,5 2) il Codice civile cinese per primo, all'art.2 dei Principi, ha esplicitato che nella prospettiva che esso prescrive le persone sono da anteporre alle cose. Immediatamente poi, all'art.9, ha prescritto l'armonia fra le persone e le cose: “Nel compimento di attività di rilevanza civilistica i soggetti di diritto devono contribuire alla conservazione delle risorse naturali e alla protezione dell'ambiente”.
Ora, nelle sue parti sociali, il Codice civile cinese, per primo dedica un libro ai diritti della personalità. La collaborazione, avviata più di trenta anni fa, si estende. Dopo gli eventi realizzati e gli impegni assunti a Wuhan con l'Università Zhongnan di Economia e Giurisprudenza, già presentati a Cinitalia dal Rettore della Sapienza Università di Roma, si è iniziato in settembre alla sua presenza, in quel bellissimo campus nella sede dell'Istituto italo-cinese, il corso di Master in Diritto europeo per gli studenti di Wuhan che sono iscritti alla Sapienza e che verranno a frequentare il quarto e conclusivo semestre del corso a Roma. Si è poi svolto alla Sapienza all'inizio di ottobre, espressamente dedicato al 70esimo della Rpc per iniziativa del direttore di tale Istituto, Oliviero Diliberto, un Convegno internazionale su “Il nuovo Codice civile cinese: dai fondamenti romanistici al diritto vigente”.
L'interesse al Codice cinese, il codice più recente del sistema, è espansivo e un altro Convegno internazionale si svolgerà a Venezia nel marzo 2020 su: “Il nuovo codice civile della RPC: una tappa storica nell’evoluzione del diritto cinese contemporaneo”. L’interesse ai rispettivi codici è poi reciproco, prescindendo dalle traduzioni dei principali codici italiani che abbiamo realizzato alcuni anni fa, ora l’Università del Popolo cinese ha curato la traduzione e pubblicazione dell’italiano Codice dei Beni culturali, e, nel quadro dell’attività del Dipartimento di diritto dell’Ambiente, sta pubblicando la traduzione del nostro Codice dell’ambiente italiano. In un intreccio fecondo di attenzione anche al principio del sistema, è da ultimo apparsa in libreria in Cina, nel quadro delle iniziative dell’ “Osservatorio”, la traduzione in cinese dal latino di altri due volumi di Corpus Iuris Civilis. Digesta e la traduzione dall’italiano dell’opera Lineamenti di Storia del diritto romano, diretta da Mario Talamanca, già preside della Facoltà di Giurisprudenza della Sapienza (2 volumi, Peking University Press), ed è in corso di traduzione il testo di Feliciano Serrao, La legge.
Questa attenzione al diritto romano coinvolgerà la prossima visita alla Sapienza del Rettore dell’Università Zhongnan, Prof. Yang Canming, con il conferimento honoris causa del titolo di Dottore di ricerca in “Diritto romano, Teoria degli ordinamenti e diritto privato del mercato”. Quest’anno, 50° anniversario della ripresa delle relazioni diplomatiche fra Cina e Italia, come 10 anni fa, per il 40° anniversario, il diritto costituirà un tema centrale. L’Università della Cina di Scienze Politiche e Giurisprudenza-CUPL di Pechino ha intanto istituito un “Istituto di Diritto romano e diritto italiano”. Essa aveva già costituito, dopo i primi anni di collaborazione, nel 1992, un Centro di Studi sul diritto romano. Questo - di cui era Presidente il Prof. Jiang Ping e il Prof. Yang Zhenshan, ed ora lo è la Prof. Fei Anling - è stato parte dell’Osservatorio; è stato promotore, tra molte altre iniziative, di sei Congressi internazionali su Diritto romano. Diritto cinese. Codificazione del diritto, di oltre cinquanta pubblicazioni e di una rivista di diritto (Diritto romano-Digestum); è stato compagno e guida della selezione di oltre sessanta dottori di ricerca formatisi a Roma all’ombra dell’Osservatorio e oggi docenti di numerose Università cinesi. La trasformazione del Centro in Istituto è segno dell’impegno della CUPL, e della alta qualità di esso.
Oltre ai corsi che i docenti dell’Istituto terranno, è già imminente la pubblicazione dei primi dei dieci volumi di un Trattato di diritto civile e commerciale italiano. Il rapporto fra Sapienza e CUPL nell’Osservatorio risulta rinforzato dalla creazione dell’Istituto della CUPL e i programmi di ricerca sono da sviluppare in un quadro di coordinamento e/o sinergia complessiva anche con l’Istituto italo-cinese. Questa si dovrà svolgere con un duplice orizzonte, guardando sia alla domanda del territorio, che coinvolge anche il dialogo fra due mondi produttivi, sia alla ricerca scientifica e alla formazione, in entrambi i casi in una dimensione internazionalmente impegnata per gli uomini, la pace, l’uguaglianza, la buona fede nei reciproci rapporti, la responsabilità nei confronti dell’ambiente in cui tutti viviamo, come esige il ruolo della Facoltà di Giurisprudenza della Sapienza, e dell’altra università romana “Tor Vergata”, e come esige il ruolo della CUPL e della Università Zhongnan. Una dimensione adeguata al livello di questo dialogo sul diritto dei nostri due paesi, Italia e Cina, che ha già coinvolto negli anni passati studiosi di altri paesi europei (dal Portogallo, dalla Spagna, dalla Germania, alla Ungheria, alla Russia), latinoamericani (dal Messico, dalla Colombia, dal Brasile, dal Perù, ecc.
al Cile e all’Argentina), dell’estremo oriente (da Taiwan, dalla Corea del sud al Giappone), dell’Africa (l’Egitto), e che è chiamato a contribuire alla crescita del sistema del diritto comune nella sua dinamica aperta e inclusiva.L’autore è professore emerito di Diritto romano dell’Università di Roma Sapienza e Direttore dell’Osservatorio sulla legislazione e la formazione del giurista in Cina nel quadro del sistema giuridico romanistico
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