E’ trascorso quasi un mese dall’assegnazione dei Mondiali del 2026 al trio composto da Stati Uniti, Canada e Messico.
La candidatura americana aveva ottenuto ben 134 preferenze, contro le 65 del Marocco, giunto alla quinta bocciatura dopo l’assegnazione nel 1994 agli Stati Uniti, nel 1998 alla Francia, nel 2006 alla Germania e nel 2010 al Sudafrica.
Oltre alla delusione per l'ennesimo insuccesso, la sconfitta del paese nordafricano avrebbe avuto delle forti ripercussioni nei rapporti con l’Arabia Saudita. Nonostante la rappresentativa del Nord America fosse considerata la stragrande favorita, forte della garanzia di entrate per oltre 14.300 milioni di dollari, quasi il doppio di quella dei rivali, re Mohammed VI non ha mai fatto mistero di non aver gradito il mancato sostegno del sovrano d’Arabia alla sua candidatura. E’ noto, infatti, come la corsa per aggiudicarsi il voto sia stata segnata anche dalla politica: persino il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva esortato i suoi alleati a sostenere la candidatura nordamericana.
Dal canto suo il re Salman ha deciso di non trascorrere le ferie in Marocco, come è suo solito fare ogni anno. Il monarca saudita è infatti proprietario di un immenso palazzo sul mare di Tangeri, in uno degli indirizzi più esclusivi del mondo, tra la villa di Forbes e quelle di milionari e teste coronate del globo. Tutti gli anni, quando si sposta con i fedelissimi della corte, prenota altre 900 camere e almeno 400 auto per la delegazione che di solito passa un mese di vacanza nella città magrebina al suo seguito.
Tuttavia, stando a quanto riferito dal quotidiano arabofono “Al Ayam”, Tangeri per agosto sarà mezza vuota.
Nelle ultime settimane molte prenotazioni di stanze state cancellate, così come quelle alle agenzie che solitamente mettono a disposizione le auto di lusso per gli spostamenti della famiglia reale saudita e del suo entourage.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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