Film di Spielberg tabù a Beirut per boicottare Israele

Il film-evento The Post è stato bandito prima ancora di arrivare nelle sale

Film di Spielberg tabù a Beirut per boicottare Israele

Non ha fatto in tempo ad arrivare nei cinema il nuovo film di Steven Spielberg, che già sta causando un putiferio. Succede in Libano, dove le autorità hanno chiesto di fermare The Post, la pellicola con Tom Hanks e Meryl Streep che racconta di come i Pentagon Papers, carte segrete del governo americano sul Vietnam, finirono prima al New York Times e poi al Washington Post diretto all'epoca da Katharine Graham.

La motivazione non è direttamente legata al film, ma piuttosto alle idee politiche del regista, considerato vicino a Israele. Una decisione con cui Beirut si allinea al boicotaggio da parte dei membri della Lega Araba, secondo quanto ha spegato Nabil Hanoun, il generale che fa da portavoce all'organo della censura, ma presa comunque da quello che è considerato uno dei più liberi tra gli Stati della regione.

Spielberg, figlio primogenito di una famiglia ebrea, ha il suo nome in una "lista nera" di persone invise alla Lega araba, dopo avere donato un milione di dollari a Israele

durante la guerra del 2006 contro Hezbollah, ma secondo lo stesso Washington Post i suoi film non avevano mai incontrato particolari problemi, se non per Le avventure di Tintin, le cui locandine non riportavano il suo nome.

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