Theresa May annuncia il rinvio del voto del Parlamento britannico sulla Brexit. "Ritarderemo il voto" ha detto la premier "e non procederemo in questo momento". "Ho ascoltato molto attentamente" i tre giorni di dibattito sull'accordo concluso fra Londra e Bruxelles, ha annunciato il primo ministro, ma è "chiaro" che rimangono "profonde preoccupazioni". E queste riguardano in particolare l'Irlanda del Nord e il cosiddetto backstop, cioè il regime transitorio come clausola per evitare il ripristino del confine fisico fra Repubblica d'Irlanda e Irlanda del Nord. E l'annuncio ha scatenato le risate della Camera, con la speaker costretta a richiamare all'ordine i deputati.
La premier britannica ha poi annunciato alla Camera dei Comuni che terrà "colloqui urgenti" con i leader dell'Unione europea per ridiscutere alcune variazioni sul fronte proprio del backstop. May ha sottolineato che "la sfida del confine deve essere affrontata, con soluzioni reali e realizzabili. Ho visitato il confine irlandese. Le persone là vogliono che le loro vite continuino come adesso. Non vogliono un confine duro", ha aggiunto la leader del Partito conservatore.
Quello che preoccupa la May non sono tanto le perplessità espresse dai Comuni, quanto l'enorme rischio (anzi, quasi certezza) che l'accordo verrebbe bocciato dalla Camera. E la premier lo ha ammesso senza troppi giri di parole: "Se procedessimo e votassimo domani, l'accordo verrebbe respinto con un margine significativo". E ha concluso che il governo del Regno Unito "intensificherà la pianificazione per un eventuale no deal nel caso in cui i parlamentari non riuscissero a raggiungere un accordo su Brexit".
Durissima la reazione del portavoce dei nazionalisti scozzesi (Snp) all'anuncio del governo del Regno. Kirsty Blackman ha definito un atto di "patetica viltà" la decisione di rinviare il voto. La deputata scozzese ha quindi detto che l'unica soluzione è un nuovo referendum. Mentre il leader laburista Jeremy Corbyn ha chiesto che la May si faccia da parte "se la prima ministra non può rinegoziare un accordo". "Presenteremo una mozione di sfiducia quando riterremo probabile il suo successo", ha detto un portavoce del partito laburista al Guardian.
Da parte dell'Unione europea, le mosse sono state due. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha scritto su Twitter: "Ho deciso di convocare il Consiglio europeo sulla Brexit per giovedì" 13 dicembre. Ma il presidente ha chiarito che "non rinegozieremo l'accordo, compreso il backstop, ma siamo pronti a discutere di come agevolare la ratifica del Regno Unito".
"Il tempo si sta esaurendo, discuteremo anche della nostra preparazione per uno scenario di no-deal", ha scritto Tusk. Mettendo quindi in chiaro che da parte dell'Europa non c'è alcun desiderio di tendere la mano al governo britannico per una nuova rinegoziazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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