Theresa May si è dimessa ufficialmente da leader del Partito Conservatore. La premier britannica manterrà ad interim il suo ruolo fino all'elezione del successore alla guida dei Tories a fine luglio. La firma della lettera di dimissioni è arrivata dopo due settimane dall'annuncio con cui la premier aveva detto di lasciare Downing Street dopo tre anni di governo. Fondamentale per le dimissioni del primo ministro è stato il pantano cui è finita Londra per la Brexit, con le trattative per l'uscita dall'Unione europea che si sono arenate sia all0'esterno che in parlamento.
Arrivata a Downing Street tre anni fa, a luglio del 2016, subito dopo la vittoria del "leaver" al referendum sulla Brexit, la premier (62 anni, nata a Eastbourne) ha lavorato per tutto questo tempo con la Brexit in cima alla sua agenda. È arrivata al potere pensando esclusivamente a quello dopo le dimissioni di David Cameron, e ha terminato il suo compito proprio per l'incapacità di raggiungere un risultato sufficiente sul divorzio da Bruxelles. Il suo piano, bocciato tre volte dalla Camera dei Comuni, non piace né a una parte del suo partito né alle opposizioni. E così ha dovuto lasciare l'incarico.
La corsa alla successione di May
Adesso per i conservatori si apre la sfida per la successione. Il più papabile sembra essere Boris Johnson, ex ministro degli Esteri e sostenitore della hard Brexit. Ma non va sottovalutata anche la candidatura di Michael Gove, ministro dell'Ambiente, anche lui sostenitore della Brexit ma meno visibile per la successione. Meno probabili le vittorie di Dominic Raab, Jeremy Hunt e altri outsider come Sajid Javid e Andrea Leadsom.
Le candidature per la guida dei Tories dovranno essere
presentate lunedì prossimo. Al voto finale andranno circa 100mila membri del partito conservatore che voteranno i due candidati finali. Prima ci saranno gli scrutini segreti tra i 313 parlamentari che si terranno il 13 giugno.
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