Un editoriale di stampo razzista sulla Cina pubblicato a inizio febbraio dal Wall Street Journal sta suscitando un’indignazione sempre maggiore all'interno comunità internazionale. Ora un clima infuocato avvolge anche le stanze della testata giornalistica statunitense.
In un’email firmata congiuntamente e inviata il 20 febbraio alla dirigenza del Wall Street Journal, 53 dipendenti hanno chiesto di revisionare il titolo dell’articolo in questione "China Is the Real Sick Man of Asia" e di chiedere scusa alle persone che hanno subito l’offesa.
Secondo i 53 dipendenti, quanto accaduto non ha a che fare con una questione di indipendenza della redazione, né con differenze esistenti tra notizie e articoli di commento. Al contrario – sostengono – si tratta di un errore del titolo che ha offeso molte persone, inclusi i cinesi.
Il parere degli esperti e la reazione della Cina
In merito a questa vicenda Anthony Ocampo, professore associato presso la California State Polytechnic University, ha espresso le sue critiche, sottolineando come il titolo descriva l’epidemia del nuovo coronavirus in modo inumano.
La professoressa Catherine Ceniza Choy, che si occupa di ricerche sul razzismo presso la University of California, Berkeley, ha invece dichiarato quanto segue: “Un’opinione del genere pubblicata da un mezzo di comunicazione mainstream americano scatenerà ancora più paura, ansia e ostilità nei confronti dei cinesi e degli asiatici di tutto il mondo. E questo è estremamente dannoso, oltre che sbagliato”.
Dopo che è stata diffamata, la Cina non è rimasta nel "silenzio degli innocenti". Di recente, il ministero degli Esteri cinese ha revocato le press card a tre corrispondenti del Wall Street Journal, rispondendo in questo modo al report diffamatorio e discriminatorio pubblicato dal giornale americano e al rifiuto di presentare le proprie scuse da parte della testata.
In un momento cruciale come quello attuale per il controllo dell’epidemia, l’articolo pubblicato dal WSJ manda un segnale pericoloso: negli USA e in altri Paesi occidentali
stanno prendendo nuovamente forma dicerie e atti di razzismo contro la Cina e i cinesi. Ciò non solo danneggia l’impegno globale nella lotta contro l’epidemia, ma comporta anche dei rischi per la pace e lo sviluppo del mondo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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