In questi giorni si è aperto un duro scontro diplomatico tra Canada e Stati Uniti in seguito alla decisione del premier Trudeau di concedere lo status di rifugiata a una donna filippina che agevolò la latitanza di Edward Snowden, l’ex funzionario della Cia che nel 2013 svelò la strategia di sorveglianza di massa attuata nel mondo dalle autorità Usa.
L’esecutivo di Ottawa ha infatti accordato asilo politico a Vanessa Rodel, la quale, a detta dei servizi segreti di Washington, sei anni fa ospitò Snowden, appena fuggito dagli Stati Uniti, nel proprio appartamento di Hong Kong fino alla partenza di quest’ultimo per la Russia. Subito dopo l’arrivo nella città cinese dell’ex tecnico della Cia, incriminato dalla magistratura americana per attentato alla sicurezza informatica statunitense, la Rodel lo avrebbe infatti nascosto nella propria abitazione e lo avrebbe quindi accudito tenendo costantemente all’oscuro di tutto le autorità diplomatiche e consolari Usa.
La donna che aiutò Snowden ha recentemente presentato alle istituzioni canadesi istanza di asilo politico in quanto, a suo dire, vittima di “reiterate minacce” alla propria incolumità. Secondo quanto riportano i media di Ottawa, la Rodel avrebbe richiesto al governo Trudeau lo status di rifugiata affermando di essere stata negli ultimi mesi avvicinata, a Hong Kong, da alcuni “agenti stranieri sotto copertura”, i quali avrebbero tentato di rapirla e violentarla al solo fine di punirla per le coperture concesse all’ex funzionario della Cia.
Il Paese del Commonwealth ha quindi in questi giorni terminato l'esame dell'istanza di protezione internazionale avanzata dalla donna filippina, ritenendola accettabile per "fondati motivi di ragione umanitaria". Oltre alla Rodel, anche la sua figlia minorenne ha beneficiato del provvedimento adottato ultimamente dall’esecutivo Trudeau.
La scelta di Ottawa ha subito ricevuto gli apprezzamenti dello stesso Snowden, il quale ha twittato: “Ringrazio il Canada per avere aiutato chi, tra mille difficoltà e rischiando conseguenze letali, mi ha protetto e sostenuto. Questa donna avrà adesso un futuro migliore, ma ci sono ancora tante altre persone nel mondo che sono in pericolo di vita per il solo fatto di avermi difeso da coloro che volevano farmi tacere per sempre. Ora il Canada deve salvarle tutte.”
La concessione alla Rodel dello status di rifugiata è stata però contestualmente condannata con forza dall’amministrazione Trump.
Mike Pompeo, segretario di Stato americano, ha infatti biasimato le istituzioni di Ottawa per avere garantito protezione a una complice di Snowden, un nemico della sicurezza degli Stati Uniti. La dura presa di posizione di Washington non è stata però ancora seguita da commenti ufficiali da parte dell’esecutivo Trudeau.
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