Trump positivo al Covid-19, le implicazioni sulla sicurezza USA

Un attore straniero ostile potrebbe sfruttare il contagio del Presidente degli Stati Uniti a proprio vantaggio?

Trump positivo al Covid-19, le implicazioni sulla sicurezza USA

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è risultato positivo al Covid-19. La percezione di un possibile gap nella catena di comando militare e politica potrebbe essere sfruttato da attori stranieri ostili? Il quadro geopolitico potrebbe essere scosso dall’attuale stato di incertezza?

Stati Uniti, la deterrenza strategica durante la quarantena

Il principio della deterrenza si basa sull’equilibrio tre le scarse informazioni diramate e quelle coperte da segreto militare. Informazioni sufficienti per spaventare il nemico. Come Presidente degli Stati Uniti a Donald Trump è conferita la facoltà di autorizzare, senza alcuna approvazione, il lancio dei missili balistici intercontinentali contro un avversario straniero, innescando una guerra termonucleare. Il comando della triade nucleare statunitense richiede compostezza, giudizio, moderazione, abilità diplomatica e percezione della tecnologia in possesso delle fazioni da colpire. Per legge il Presidente degli Stati Uniti, in qualità di comandante in capo, ha l’autorità di utilizzare l’intero strumento militare del Paese trasformando un conflitto convenzionale in termonucleare. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è in isolamento, insieme alla First Lady Melania, presso la Casa Bianca. Il medico di Trump ha confermato che i pazienti stanno bene e che il Presidente continuerà a portare avanti i suoi compiti senza alcuna interruzione. Le implicazioni di tale condizione (la quarantena) si riflettono sull’architettura strategica di proiezione? L'architettura stategica e di sicurezza nazionale è progettata per essere sia statica che portatile. La valigetta nota come President's Emergency Satchel, sostanzialmente un centro di comando mobile che garantisce una risposta termonucleare immediata in qualsiasi momento e luogo del pianeta, si attiva soltanto quando il Presidente abbandona la Casa Bianca. Abbiamo parlato dettagliatamente in passato della Footbal. Donald Trump, quindi, potrebbe attivare le procedure per l’autenticazione del comandante in capo, così da autorizzare il lancio dei missili balistici, dal Presidential Emergency Operations Center.

Trump potrebbe aver firmato delle Lettere di Ultima Istanza

Fino alla fine della Guerra Fredda, tutti i presidenti degli Stati Uniti hanno firmato istruzioni segrete per delegare l'autorità di lancio dei missili strategici. Una eventualità certamente remota, ma che doveva essere prevista nel caso in cui l'autorità suprema, il Presidente degli Stati Uniti, fosse stata cancellata da un attacco preventivo russo. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump potrebbe aver firmato delle Lettere di Ultima Istanza.

Non soltanto la triade strategica

Al Presidente degli Stati Uniti è concessa l’infallibilità di emettere giudizi e valutazioni che possono avere delle conseguenze su scala planetaria. Tali valutazioni non possono essere influenzate dal Covid-19.

La posizione di Mike Pence

Il Single Integrated Operational Plan è strutturato su tre Football che si attivano in scala gerarchica. Molto probabilmente, il vice Presidente degli Stati Uniti, il secondo in linea di comando e l'unico con una valigetta nucleare, è stato posto in isolamento insieme al suo staff per garantire una continuità di governo in caso di inabilità momentanea o permanente di Donald Trump. Tuttavia dobbiamo rilevare che 48 ore fa il vice Presidente degli Stati Uniti ha avuto una serie di riunione con Trump e lo staff della Casa Bianca. Anche Nancy Pelosi, terza in linea di successione per la Casa Bianca in qualità di Presidente della Camera, sarà già in isolamento in una struttura altamente protetta e controllata. In ogni caso le capacità decisionali, di attacco, difesa e rappresaglia del Pentagono restano integre. Lo scorso marzo, per garantire la sicurezza interna, le capacità di rappresaglia e la continuità di governo durante la pandemia, Stati Uniti ed Israele hanno riattivato i rifugi antiatomici. Una contromisura adottata anche da diversi Paesi, Russia compresa. Nessun potenziale avversario potrebbe tentare di trarre vantaggio da una situazione di instabilità come quella venutasi a creare per il Covid-19.

Esiste un problema con il personale militare?

Oltre ai team di comando e controllo, lo scorso marzo il Pentagono ha isolato diverse unità selezionate delle forze armate (dal SEAL Team Six ai Delta, dagli equipaggi dei sottomarini strategici a quelli dei bombardieri B-52 e B-2 fino agli operatori della forza di proiezione terrestre), così da garantire immediati tempi di reazione in caso di emergenza. Medesima procedura anche per gli operatori delle 17 agenzie dell'intelligence statunitense. L’obiettivo è quello di disporre sempre di un clean team che possa subentrare in caso di necessità all’unità contagiata. Isolando il personale specifico coinvolto in missioni critiche, comprese quelle preposte alla difesa nazionale, nessun potenziale avversario potrebbe tentare di trarre vantaggio da una situazione di instabilità. E' opportuno ricordare, infine, che il Dipartimento della Difesa non ha modificato i livelli di allerta.

L’evacuazione in caso di crisi inabiliterebbe l’intero team

E’ una eventualità remota, ma possibile. Qualora se ne ravvisasse la necessità (abbandonare la Casa Bianca), il Presidente degli Stati Uniti verrebbe prelevato dai servizi segreti e con un Marine One di stanza ad Anacostia raggiungerebbe l’Air Force One per un decollo immediato. In quel caso, due soggetti positivi al Covid-19 (Donald Trump e la moglie Melania) verrebbero trasportati d’urgenza tramite diverse piattaforme verso strutture fortificate. I soggetti infetti potrebbero compromettere ambienti mantenuti sterilizzati e contaminare il personale. E’ un discorso valido anche per la Situation Room.

Garantire la continuità di comando

La percezione della deterrenza strategica degli Stati Uniti è a rischio? Un attore ostile potrebbe sfruttare l’attuale stato di incertezza a proprio vantaggio, basandosi sulla percezione di un potenziale vuoto nella leadership?

Durante l'amministrazione Reagan, i funzionari statunitensi eseguirono delle esercitazioni segrete per mantenere operativo il governo federale durante e dopo una guerra termonucleare con l'Unione Sovietica. Il programma, strutturato su diversi team governativi, prevedeva l'annullamento delle norme per la successione presidenziale a favore di una procedura segreta per l'istituzione di un nuovo governo. L'idea era di concentrarsi sulla velocità, per preservare e garantire la continuità di governo, evitando procedure complicate. L'obiettivo principale dell'amministrazione Reagan era quello di garantire una immediata catena di comando durante l’era termonucleare. Qualcosa di simile è avvenuto dopo l’11 settembre, quando il vicepresidente Cheney, il Presidente Bush, il Segretario alla Difesa Rumsfeld ed il suo vice Paul Wolfowitz, furono trasferiti in basi segrete. Sarebbe stato impossibile eliminare, contemporaneamente, le quattro figure anche in presenza di un attacco preventivo nemico. La continuità della linea di comando è componente essenziale della deterrenza degli Stati Uniti. Tali piani esistono anche in Russia, Israele, Francia, Cina e Regno Unito. Se c'è un luogo in cui la minaccia per gli Stati Uniti a seguito della diagnosi del Presidente è molto reale è nel regno della guerra dell'informazione. La vera battaglia, infatti, si terrà nel cyberspazio con disinformazione e Fake News che potrebbero diffondersi velocemente.

Pochi minuti prima che il Presidente degli Stati Uniti annunciasse sui social la sua positività al test, Stratcom ha comunicato la conclusione di un volo programmato di un E-6B Mercury. A differenza dell'E-4B Nightwatch, tipicamente noto come Doomsday plane a causa della sua missione di comando e controllo strategico, l'E-6B funge da relè di comunicazione aviotrasportato tra l'autorità di comando nazionale del Dipartimento della Difesa e la triade strategica operativa. L’architettura E-6B Mercury, quindi, funge da centro di collegamento tra l'autorità di comando nazionale e le forze nucleari statunitensi. Ad oggi resta una coincidenza, considerando che nell'ultimo mese il velivolo monitorato si è alzato in volo 19 volte nell'ultimo mese. Ci si dimentica, infatti, che almeno un E-6B è sempre in volo. In ogni momento. In ogni caso, il volo di routine dell'E-6B dimostra che non vi è alcun gap sfruttabile nella deterrenza degli Stati Uniti.

L’architettura doomsday planes: la credibilità della minaccia

E-4B Nightwatch

La linea doomsday planes è sempre in preallerta, 24 ore su 24, sia in Russia che negli Stati Uniti. Americani e russi mantengono in servizio diverse piattaforme di comando strategico, disponibili in qualsiasi momento. Si tratta un’architettura ridondante a più livelli concepita durante la Guerra Fredda. La piattaforma prescelta dalla Casa Bianca come National Emergency Airborne Command Post è l’E-4B Nightwatch. Basato sul gigantesco Boeing 747-200, l’E-4B Advanced Airborne Command Post funge da posto di comando mobile superstite per il Presidente degli Stati Uniti, il Segretario della Difesa ed i loro successori.

E-6B Mercury "looking glass"

L’architettura E-6B Mercury funge da centro di collegamento tra l'autorità di comando nazionale e le forze nucleari statunitensi. La piattaforma, basata sull'aereo di linea 707-320, è concepita come missione primaria (nota come Take Charge and Move Out -TACAMO) per rilevare STRATCOM, qualora venisse distrutto da un attacco termonucleare nemico. Il Mercury gestirebbe il lancio dell’intero inventario strategico degli Stati Uniti, a terra e sul mare e l'intera difesa missilistica del Paese. Una capacità acquisita tra il 1997 ed il 2006. Prima di allora, infatti, la flotta Mercury, composta da sedici velivoli, avrebbe potuto comunicare soltanto con i sottomarini strategici Ohio. L'E6-B serve come postazione di comando nucleare aerotrasportato di back-up, qualora gli E-4 venissero distrutti o non fossero disponibili. Un E-6B potrebbe rimanere in aria fino a quindici ore o settantadue con il rifornimento in volo. Attualmente, i Mercury svolgono operazioni C3 (Comando, Controllo e Comunicazione) non nucleare e sono schierati in rotazione in Europa e nel Medio Oriente per fungere da hub volanti.

Almeno un E-6B è sempre in volo. In ogni momento. La piattaforma E-6 dovrebbe rimanere in servizio fino al 2040 grazie a un programma di estensione della vita di servizio e continui miglioramenti ai suoi sistemi ed al suo apparato radio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica