Quando i riflettori si spostano ecco che Donald Trump li riconquista subito su di sé. Lo fa con l'ennesima sparata, che stavolta riguarda i rifugiati siriani che, come promesso da Obama, verranno accolti nel Paese: "Se vinciamo, loro tornano indietro", ha detto il candidato repubblicano durante un comizio nello Stato nel New Hampshire. Qualcuno ha evidenziato che si tratta di una marcia indietro rispetto a quanto lo stesso Trump aveva dichiarato qualche settimane fa a Fox News, quando aveva detto che gli Stati Uniti dovrebbero accogliere un maggior numero di rifugiati. Ma perché ha cambiato idea? Semplice calcolo politico o c'è qualcosa in più.
Trump vuole essere chiaro. Con lui alla Casa Bianca la sicurezza sarà al primo punto. E così spiega la sua posizione. "Potrebbero essere dell'Isis. Non lo so". Sono questi i dubbi sollevati dal ricco candidato del Grand Old Party. "Hai mai visto una migrazione del genere? Sono tutti uomini e ragazzi forti dall'aspetto. E ci sono molti più uomini che donne". Avanza il dubbio che questi rifugiati possano essere un esercito terrorista in clandestinità. E punta il dito sull'ipotesi di accoglierne almeno 200mila nei prossimi anni. Un numero che per Trump è "inconcepibile." Soprattutto perché non hanno "alcuna identificazione". Sul rischio sicurezza Trump insiste molto: "Potrebbe essere uno dei più grandi stratagemmi tattici di tutti i tempi. Un esercito di 200.000 uomini. O magari 50mila, o 80mila o 100mila, è una possibilità. Non so se sia così, ma sarebbe possibile".
La soluzione che propone Trump è presto detta: tutti a casa. Jeb Bush replica: "Li vuol mandare tutti indietro all'inferno?". Il braccio di ferro poi va avanti sull'intervento di Mosca in Siria. "Se vogliono colpire l’Isis, per me va bene", ha detto Trump in un’intervista alla Cnn. "Non rispettano il nostro presidente. Non ci rispettano più. Ecco perché stanno facendo questo. Allo stesso tempo, se volgiono colpire l’Isis, per me è ok". Trump ha spiegato che, a suo avviso, Mosca vuole effettivamente colpire i terroristi dell’Isis e che gli Usa non dovrebbero fare "il poliziotto del mondo. Ho sentito che stanno colpendo entrambi (l’Isis e l’opposizione siriana, ndr). Ma se la Russia vuole andare avanti e combattere - in particolare l’Isis e lo fa perchè non vuole che l’Isis arrivi a casa sua... Questa è la ragione per cui sono lì. Ritengo che vogliano combattere l’Isis". Quanto all’appoggio dato dagli Usa ad alcuni gruppi dell’opposizione siriana, Trump osserva: "Noi diamo sempre armi, diamo miliardi di dollari in armi e poi ci si mettono contro. Non abbiamo il controllo.
Non conosciamo le persone che pensiamo di sostenere. Non sappiamo nemmeno chi stiamo sostenendo". Bush non perde tempo e attacca Trump: questa politica non va nell'interesse degli Stati Uniti. La campagna elettorale si infiamma. E siamo solo all'inizio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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