Turchia, Gulen smentisce il proprio coinvolgimento nel tentato golpe

Accusato dal presidente Erdogan di essere la mente del golpe, il predicatore miliardario Fethullah Gülen smentisce: "Al governo si deve arrivare con le elezioni libere"

Turchia, Gulen smentisce il proprio coinvolgimento nel tentato golpe

Erdogan ha subito puntato il dito contro di lui, dicendo che dietro il golpe non poteva che esserci Fethullah Gülen, predicatore miliardario, acerrimo nemico del presidente. Gülen però ha smentito ogni coinvolgimento. Dalla sua casa in Pennsylvania (Usa), dove vive da anni in esilio volontario, Gülen ha rilasciato questa dichiarazione: "Condanno, nei termini più duri, il tentato golpe militare in Turchia. Al governo si deve arrivare attraverso un processo di elezioni libere ed eque, e non attraverso la forza".

Gulen ha poi definito un insulto l'accusa che gli viene rivolta di essere legato ai fatti di Ankara, accusa rivolta ad una persona, ha sottolineato, che ha sofferto dei ripetuti colpi di stato militari durante gli ultimi 50 anni: "Respingo categoricamente tali accuse".

Anche l'organizzazione no profit "Alliance for Shared Values", vicina a Gulen, ha diffuso un comunicato con il quale condanna ''qualsiasi intervento militare nella politica interna della Turchia''. I seguaci dell'imam hanno poi fatto sapere che non ci sono fazioni militari fedeli all'imam dietro al golpe. Il movimento Hizmet ha quindi ribadito il suo ''impegno a favore della pace e della democrazia''.

L'accusa di Erdogan: "Ecco chi c'è dietro il tentato golpe"

In collegamento via Facetime con l’emittente televisiva "Cnn Turkey" Erdogan ha accusato apertamente Gulen di essere dietro al tentativo di colpo di stato militare. "Non permetteremo che questa ribellione si allarghi", ha giurato Erdogan, invitando la popolazione a dare prova di unità "per difendere la democrazia nelle piazze e negli aeroporti".

Tensioni tra Ankara e Washington

Dopo Erdogan anche il premier turco, Binali Yildirim, ha accusato Gulen di aver organizzato il fallito colpo di Stato.

Nel passato Ankara ha chiesto più volte a Washington di espellere Gulen. Oggi il premier turco ha detto che "il Paese che sarà al fianco di Fetullah Gulen non è più nostro amico", senza però citare esplicitamente gli Stati Uniti, alleati di Ankara in seno alla Nato.

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