Milizie curde in Siria sotto attacco. Ankara: "Noi li avevamo avvertiti"

Il premier turco non lascia dubbi: "Non dovevano varcare l'Eufrate". Nel mirino la città di Tal Abyad

Milizie curde in Siria sotto attacco. Ankara: "Noi li avevamo avvertiti"

Che sulla questione delle Ypg Stati Uniti e Turchia siano su posizioni molto distanti, se non diametralmente opposte, non è notizia di oggi. Mentre a Washington si conta molto sulle milizie curde siriane, per continuare la lotta contro il sedicente Stato islamico, ad Ankara continuano a dire che i legami con il Pkk turco fanno delle Unità di protezione popolare un gruppo terroristico.

Lo si è visto ancora il mese scorso, in uno scambio di battute riportato dalla stampa, in cui il portavoce del dipartimento di Stato americano, John Kirby, sottolineava che le unità curde "si sono dimostrate valide contro l'Isis" e a breve distanza il presidente Recep Tayyip Erdoğan chiariva di non avere cambiato opinione, sostenendo che sono i turchi "a pagare il conto e a sapere ciò che Pyd e Ypg stanno facendo".

Per questo non giunge del tutto come una sorpresa la conferma, da parte del primo ministro Ahmet Davutoğlu, di una serie di attacchi condotti dall'esercito turco contro le forze curde nella città di Tal Abyad. Le dichiarazioni rilasciate alla televisione ATV sono chiarissime. "Avevamo detto che avremmo colpito nel momento esatto in cui il Pyd (il partito a cui le milizie sono legate, ndr) avesse messo piede ad ovest dell'Eufrate". E così hanno fatto, colpendo due volte.

Impossibile sottovalutare il valore dell'area attorno a Tal Abyad, che per i curdi è Girê Spî. Collegata direttamente a Raqqa, capitale de facto del cosiddetto Stato islamico, e sulla strada che porta alla turca Şanlıurfa, è stata fino a giugno nelle mani dei jihadisti, fino a che l'avanzata di una coalizione curdo-araba, composta in larga maggioranza dai miliziani delle Ypg/Ypj, ha costretto gli estremisti a indietreggiare e unito i "cantoni curdi" siriani.

La Turchia è impegnata affianco alla coalizione internazionale, a cui fornisce la base di Incirlik per lanciare i raid. Ma non vede di buon occhio il ruolo che i curdi stanno giocando oltre frontiera e sul fronte interno è impegnata da una nuova insurrezione del Pkk nel sud del Paese, dove da mesi proseguono gli scontri.

E se gli Stati Uniti contano su una nuova sigla curdo-araba, le Forze democratiche siriane, per portare l'assedio su Raqqa, la Turchia guarda

comunque con apprensione al lato siriano della sua frontiera meridionale. Se poi i curdi siano disposti a combattere fuori dalle aree in cui rappresentano la maggioranza etnica, questo è ancora un altro paio di maniche.

@ACortellari

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