"L'ho visto qui domenica scorsa". Le ultime ore del jihadista di Nizza

Investigatori al lavoro per ricostruire la rete di complici che in Italia avrebbe aiutato Brahim Aouissaoui a pianificare l'attentato di Nizza

"L'ho visto qui domenica scorsa". Le ultime ore del jihadista di Nizza

Domenica scorsa ha mangiato per l'ultima volta in un locale di Alcamo, piccolo centro del trapanese, in Sicilia, dove era solito consumare i pasti da quando si era fermato nell'isola. Tutte le tracce lasciate da Brahim Aouissaoui, l'autore dell'attentato di Nizza, portano dritte in questo paesino del trapanese.

Una rete di complici?

È qui che il 21enne tunisino è stato ospitato per 12 giorni da un amico, anch'egli tunisino. Quest'ultimo, 30enne, è stato interrogato fino all'alba dal Dipartimento antiterrorismo della Dda di Palermo. Il ragazzo, che al momento, secondo quanto riportato dall'Adnkronos, non si troverebbe in stato di fermo, lavorava proprio nel locale che era solito frequentare il boia di Nizza.

Sabri Jarboui, gestore del self service, ha raccontato a Repubblica diversi particolari potenzialmente utili per ricostruire le ultime settimane trascorse da Brahim. "Sembrava una persona tranquilla. È venuto qua tre volte a mangiare kebab perché un suo amico era un mio dipendente", ha spiegato il proprietario del locale. Jarboui ha quindi aggiunto che proprio da quel dipendente era venuto a sapere che Brahim era andato in Francia "perché aveva un lavoro che lo aspettava attraverso suoi connazionali".

Il misterioso amico del boia di Nizza era stato assunto da una settimana. Come faceva a conoscere Brahim? Questo è un altro punto sul quale le autorità dovranno fare luce. Il gestore del locale ha spiegato che il suo dipendente proveniva da Catania e che era stato conosciuto "tramite amici". Alla luce di quanto fin qui è emerso c'è il rischio che Brahim possa aver progettato l'attentato francese grazie al supporto di una rete di complici radicati in Italia. Forse in Sicilia, dove era sbarcato, forse in Puglia o chissà in quale altro luogo.

La pista italiana

Resta da capire se Brahim abbia agito da solo o attraverso il sostegno di altre persone. C'è tuttavia una certezza: l'attentatore ha pianificato la strage in Italia, dove era stato fino a poche ore prima del triplice omicidio. Non solo: in Italia il ragazzo aveva contatti e amici, fra cui il dipendente del locale di Alcamo in cui era solito mangiare.

Il tunisino dovrebbe essere arrivato in Francia solo poche ore prima dell'attentato. Forse la notte precedente, ma ancora non ci sono certezze. La madre di Brahim ha dichiarato di essere rimasta stupita quando il figlio le aveva detto di essere arrivato in territorio francese.

Nel frattempo la polizia francese ha ritrovato uno squat di migranti dove Brahim si sarebbe stabilito prima dell'attentato. Aouissaoui avrebbe quindi incontrato due uomini, arrestati nelle ultime ore. Oltralpe nessuno ritiene plausibile l'ipotesi del "lupo solitario". Ecco perché i complici del boia di Nizza potrebbero trovarsi in Italia.

La Digos

sta cercando di rintracciare due nuclei familiari e almeno sei ragazzi che potrebbero fornire ulteriori informazioni sul conto dell'attentatore. Uno di loro, stando ai database tunisini, sarebbe potenzialmente pericoloso.

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