Usa, 61enne mette a disposizione del figlio gay il proprio utero

Nebraska, 61enne dà alla luce la nipote con la maternità surrogata per aiutare il figlio gay a diventare padre

Usa, 61enne mette a disposizione del figlio gay il proprio utero

Una nonna che dà alla luce sua nipote. Può accadere anche questo al di là dell’oceano, in Nebraska, dove la maternità surrogata è ormai una pratica sdoganata. E dove una donna di 61 anni, in menopausa da un decennio, può diventare mamma e nonna in un colpo solo grazie alla fecondazione assistita. È il caso di Cecile Eledge che lo scorso 26 marzo, a trent’anni di distanza dall’ultima volta, è rientrata in sala parto per mettere al mondo una bellissima bambina.

Il tabloid britannico Daily Mail racconta che si è trattato di un atto d’amore amore nei confronti del figlio trentunenne, Matthew, che altrimenti non avrebbe mai potuto coronare il sogno di diventare padre. Il motivo? Matthew è gay ed è sposato con Elliot, di poco più piccolo. Non ha avuto nulla da eccepire il dottor Carolyn Maud Dougherty quando la sessantunenne ha bussato alla porta del suo studio per mettere a disposizione della coppia il proprio utero. Cecile, dal punto di vista fisiologico, viene infatti ritenuta “idonea al concepimento”. Questo basta per iniziare il percorso di maternità surrogata, ma non è sufficiente per portarlo a compimento. Servono degli ovuli.

A questo punto Matthew e Elliot ricevono un altro “dono”. Ci pensa Lea, la sorella ventiseienne di Elliot, a fornirli. Vengono fecondati con lo sperma di Matthew e impiantati nell’utero di nonna Cecile. È nata così Uma, figlia del progresso.

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