Negli Usa, la guardia giurata di un esercizio commerciale ha sparato contro un cliente, uccidendolo, per il fatto che il malcapitato “non indossava la mascherina”. Il presunto assassino, subito arrestato, è il trentottenne Umeir Corniche Hawkins, mentre la vittima si chiamava Jerry Lewis, sulla cinquantina. Il tragico episodio si è consumato domenica notte in un negozio ubicato nella città di Gardena, nei pressi di Los Angeles. In California, indossare la mascherina è un preciso obbligo imposto direttamente da una normativa statale in vigore da un mese.
Una volta notato che Lewis era entrato a volto scoperto all’interno del market, la guardia Hawkins gli ha immediatamente intimato di munirsi di un dispositivo di protezione anti-contagio. Tra i due, però, sarebbe cominciato un diverbio, infiammatosi rapidamente.
Al termine dell’accesa discussione, il vigilante, ricostruisce la polizia, decideva di allontanarsi, in preda alla rabbia, dal cliente indisciplinato, ma Lewis, rapper di successo negli anni Novanta, decideva di dare vita a un secondo litigio con la guardia giurata.
Proprio in quel secondo alterco sarebbe entrata in gioco la cinquantenne moglie di Hawkins, Sabrina Carter. La donna stata infatti aspettando allora il marito nel parcheggio della drogheria di Gardena. In attesa che il coniuga smontasse dal lavoro, la Carter aveva appunto notato che Lewis era rientrato nel negozio per scagliarsi una seconda volta contro il vigilante.
Di conseguenza, la donna accorreva in soccorso dello sposo, estraendo una pistola e puntandola contro il cliente privo di mascherina. Quest’ultimo finiva quindi per abbandonare il market e per dirigersi verso la sua vettura, ma allora Hawkins avrebbe tirato fuori una propria arma e fatto fuoco contro il rapper, uccidendolo.
La polizia ha in seguito arrestato entrambi i coniugi, che si sono subito dichiarati, davanti al magistrato del
posto, non colpevoli. Se condannati, l’uomo rischia fino a 50 anni di carcere, mentre la Carter 3.I due sono già noti alla giustizia californiana, dato che, nel 2013, erano stati condannati per aggressione e lesioni gravi.
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