Di fatto, sono, da sempre, il termometro politico di ogni presidente. Ma le elezioni di Midterm rappresentano per la politica americana il rinnovo, ogni due anni, dei membri della Camera dei Rappresentanti. Che sono 435. A stabilire questo meccanismo è l'Articolo 1 della Costituzione. E oggi, nella giornata in cui termina il suo lavoro la Camera eletta contemporaneamente a Donald Trump, gli americani sceglieranno anche tutti i membri dei parlamenti locali e i Governatori (dove si vota). Quasi sempre, questa tornata elettorale favorisce il partito all'opposizione. Ma non è detto che quella di oggi dia questo risultato.
Perché ogni due anni
La scelta di far durare il mandato degli onorevoli due anni venne presa dai costituenti dopo un lungo dibattito attorno alla questione delle scadenze. La decisione attuale, infatti, è il risultato di un compromesso tra chi proponeva una durata limitata a un solo anno e chi, invece, suggeriva un mandato di tre anni. I sostenitori del rinnovo annuale ritenevano fosse l'antidoto al rischio di derive tiranniche.
Come funziona oggi: chi si elegge
I cittadini statunitensi, in queste ore, sono chiamati alle urne per rinnovare i seggi del ramo più basso del Congresso, oltre a un terzo del Senato e i Governatori di 36 Stati. I Senatori, in carica, ci restano per sei anni, quindi il numero dei seggi che vengono rinnovati durante le elezioni di Midterm varia ogni volta. Quest'anno, per esempio, verranno scelti 35 senatori su 100. I Governatori, invece, restano in carica, nella maggior parte dei casi, quattro anni e per 34 di loro coincide sempre con le elezioni di Midterm.
L'importanza di questo voto per Trump (e i Dem)
Come per ogni presidente, questa elezione è fondamentale per la tenuta dell'amministrazione attuale. Trump, infatti, ha bisogno dei Repubblicani per mantenere il controllo del Congresso. Ma il risutlato è molto importante anche per i Democratici, che dovranno conquistare 23 deputati in più per ottenere la maggioranza alla Camera. Operazione, oggettivamente, non così semplice. Anche perché, i primi risultati, sembrerebbero favorire l'ex tycoon.
Gli Stati decisivi e i primi seggi chiusi
I primi seggi a chiudere saranno in Indiana e nel Kentucky occidentale alle 18 (a mezzanotte, in Italia). Un'ora dopo sarà il turno di Florida e Georgia, tra le corse più attese. Il sindaco di Tallahassee, Andrew Gillum, sfiderà il repubblicano Ron De Santis, grande sostenitore di Trump. Nei primi sondaggi risulterebbe in lieve vantaggio Gillum che, se dovesse vincere, potrebbe diventare il primo governatore afroamericano della Florida. In Georgia, si consuma la competizione di cui tutti parlano: perché la democratica Stacey Abrams potrebbe diventare la prima governatrice nera del Paese. Sempre alle 19 seggi chiusi anche in South Carolina, Vermont e Virginia. A seguire North Carolina, Ohio e West Virginia. Poi si chiuderanno le sfide in New Jersey, Alabama, Connecticut, Delaware, District of Columbia, Illinois, Maine, Maryland, Mississippi, Oklahoma, Rhode Island e Tennessee. Stato considerato cruciale. Gli scrutini, estesi a tutta la notte (italiana), decreteranno il nuovo volto politico degli Stati Uniti. Occhi puntati anche su Rashida Tlaib che, se eletta, potrebbe essere la prima musulmana al Congresso. Gli ultimi seggi chiuderanno in Oregon e nello Stato di Washington, alle Hawaii e in Alaska. Quando in Italia sarà già mattino.
Midterm in altri Paesi del mondo
Le elezioni di medio termine, però, non contraddistinguono soltanto la realtà statunitense, né sono un caso unico al mondo.
Esistono, infatti, altre circostanze in cui il potere legislativo (esercitato dal Parlamento), viene rinnovato in tutto o in parte a metà del mandato del capo del potere esecutivo. Elezioni molto simili, per esempio, si sono svolte l'anno scorso in Argentina, dove la maggioranza del presidente Mauricio Macrì è stata, di fatto, rafforzata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.