L'Air Force ha lanciato un missile Minuteman III LGM-30G disarmato dalla costa centrale della California, nell'ultimo test del sistema intercontinentale. Il missile è decollato alle 23:39 di mercoledì sera dalla Vandenberg Air Force Base, a nord ovest di Los Angeles. Il rientro atmosferico del modulo è avvenuto con successo e la testata rilasciata ha colpito il bersaglio a 4300 miglia di distanza, nell’atollo di Kwajalein, nelle Isole Marshall, nell'Oceano Pacifico. L’Air Force rileva che si tratta di un test di routine, tuttavia la tempistica è comunque curiosa. Il Minuteman III è stato lanciato poche ore dopo l’ultimo test missilistico di Teheran ed otto giorni dopo quelli cinesi. Potrebbe essere proprio un messaggio rivolto ad Iran, Cina e Corea del Nord: la componente strategica terrestre degli Stati Uniti è pienamente operativa.
Gli Stati Uniti hanno 400 ICBM Minuteman III nei silos del Wyoming, North Dakota e Montana sempre pronti al lancio. Ogni missile trasporta una singola testata di 300 kilotoni. Altri 50 missili sono in riserva. Sulla flotta Minuteman III, in base ai trattati di non proliferazione, è stata rimossa la capacità Mirv/Marv (quattro testate a rientro multiplo indipendente). Boeing collabora con l'Air Force dal 1958 alla progettazione, assemblaggio e verifica del sistema Minuteman.
Il sistema d’arma, entrato in servizio nel 1970, difficilmente riuscirà a sopravvivere alle difese aeree nemiche in linea dal 2030. Alcuni asset strategici come quello statunitense, russo e cinese si basano su una triplice capacità che conferisce al comandante in capo delle forze armate diverse opzioni d’attacco. Una precisa strategia che prevede l’impiego di diversi sistemi d’arma con potenza scalabile su piattaforme stratificate. Strategia elaborata fin dalla guerra fredda, ma che potrebbe dimostrarsi non più efficace in un asset moderno.
L’erede del Minuteman III
Il programma Ground Based Strategic Deterrent dovrà dare luce ad un nuovo missile balistico che resterà in servizio fino al 2080. Il costo della nuova componente strategica terrestre è al momento stimato in 85 miliardi di dollari, proiezione al ribasso, ma potrebbe superare quello del programma F-35. I fondi sono così divisi: 22,6 miliardi per la ricerca e lo sviluppo, 61,5 miliardi di dollari per l'approvvigionamento e 718 milioni di dollari per l’ottimizzazione delle strutture militari.
L’Air Force dovrebbe acquistare 642 missili ad un costo medio di 66,4 milioni di dollari ciascuno, anche se il numero potrà essere soggetto a variazioni. Tra il 2036 ed il 2040 è stimata una spesa supplementare di 1,25 miliardi all'anno per operazioni e costi di supporto. I primi fondi saranno inseriti nella richiesta di bilancio 2018, ma il programma Ground Based Strategic Deterrent riceverà finanziamenti supplementari per far fronte alle operazioni di collaudo del futuro sostituto del Minuteman III.
L’Air Force Operational Test and Evaluation Center ritiene siano necessari almeno sei anni di progettazione, con primo volo previsto tra il 2023 ed il 2025.
L’incertezza nasce anche dal fatto che l’Air Force non conosce i costi ed i tempi di sviluppo di un nuovo ICBM.La posizione geo-localizzata è il principale nemico della componente strategica terrestre in un attacco preventivo, ma rappresenta la componente fondamentale della Distruzione mutua assicurata.
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