Usa, militari accusati di "possesso di materiale pedopornografico"

Per il momento, i vertici della Difesa non hanno comunicato alla stampa l’apertura di procedimenti disciplinari a carico dei soldati coinvolti nello scandalo

Usa, militari accusati di "possesso di materiale pedopornografico"

L’esercito americano è in questi giorni finito al centro di uno scandalo mediatico. Centinaia di soldati sono stati infatti accusati di “possesso di materiale pedopornografico”. I militari incriminati avrebbero inoltre versato, complessivamente, “oltre mezzo milione di dollari” a una rete di pirati informatici, al fine di indurre questi ultimi a tenere nascosta la vicenda.

Secondo i media statunitensi, i presunti hacker sarebbero tutti detenuti di diverse carceri federali. Costoro, nel 2015, sarebbero riusciti a contattare, utilizzando i computer e la rete internet degli istituti di pena in cui erano reclusi, i profili social di 442 militari Usa. Una volta ottenuto l’accesso agli account di questi ultimi, i pirati informatici, sempre all’insaputa delle autorità carcerarie, si sarebbero spacciati, nell’ambito delle conversazioni intrattenute con i soldati, per “ragazze in cerca di fidanzati”. Nascosti dietro tale identità fasulla, i detenuti avrebbero iniziato a inviare ai membri dell’esercito statunitense “foto di bambine e donne nude”. Una volta fornite le immagini ai 442 militari, i pirati informatici avrebbero cominciato a “ricattarli”, minacciando di presentare a loro carico una denuncia per “possesso di materiale pedopornografico”. I membri delle forze armate, al fine di convincere gli hacker a mantenere il silenzio sulla vicenda, avrebbero quindi sborsato negli ultimi tre anni, complessivamente, “560mila dollari”.

Gli organi di informazione sostengono che l’intelligence nazionale avrebbe iniziato appena lo scorso anno a condurre indagini sui legami instauratisi tra uomini in divisa e network criminali. I detenuti indiziati di avere fornito ai 442 soldati immagini di donne e ragazze nude sarebbero “non meno di 250”. Andrew Traver, direttore dell’agenzia investigativa Ncis, interpellato dai cronisti in merito allo scandalo portato alla luce dai media, ha dichiarato: “Ogni tentativo di truffa o ricatto ai danni dei rappresentanti delle nostre valorose forze armate non può essere minimamente tollerato. Noi non permetteremo alle reti di pirati informatici di pregiudicare l’efficienza e la moralità degli ambienti militari.”

Relativamente ai 442 membri

dell’esercito accusati di “possesso di materiale pedopornografico”, i vertici della Difesa, per il momento, non hanno ancora comunicato alla stampa l’avvio di procedimenti disciplinari a carico di questi ultimi.

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