Fate il barbecue, non fate la guerra. Un motto che naturalmente non esiste ma che sembra fatto apposta per essere ricamato sulle non-mostrine delle non-divise dei non-soldati del glorioso Us Army.
L'esercito americano fatica a trovare reclute. Non una crisi di vocazione militare ma un eccesso di vocazione alimentare. Il 71 per cento degli aspiranti soldati di età tra i 17 e i 24 anni viene scartato alle prove attitudinali per mancanza dei requisiti minimi. E il primo motivo di eliminazione è l'obesità, un XXXL-Factor che secondo l'allarme lanciato in uno studio del Consiglio per un'America forte, dopo aver minacciato «la salute della nostra nazione» ora rappresenta anche «una minaccia per la sicurezza nazionale». La conseguenza è che, secondo quanto alcuni fonti interne alla Difesa avrebbero detto a un giornalista della Cnn, l'esercito a stellette e strisce quest'anno per la prima volta dal 2005 non dovrebbe raggiungere l'obiettivo di arruolare 76.500 nuove reclute: alla fine dell'anno mancheranno al contrappello circa 6500 soldati. Tutti probabilmente intenti in quel momento a strafogarsi in un fast food dell'Alabama o dei Wisconsin.
Questo buco nelle forze armate è infatti essenzialmente dovuto al pessimo rapporto dei giovani americani con la bilancia, ovviamente a causa di uno stile di vita malsano che spesso «infetta» gli statunitensi fin dalla più giovane età e che rende urgente l'adozione di misure forti che incoraggino una alimentazione più sana e una maggiore attività fisica. E non solo, visto che dopo l'obesità uno dei motivi di «riforma» alle visite mediche sono i trascorsi (non sempre troppo trascorsi) con le droghe.
Il problema della scarsa forma fisica peraltro non riguarda solo l'esercito del futuro, ma anche quello presente. Secondo una ricerca condotta da un medico militare, Brian Shiozawa, su 429.793 soldati maschi in servizio, nel 2015 circa un soldato su cinque era obeso e più o meno uno su due in sovrappeso. Un dato che oltre a rendere meno efficiente l'esercito lo grava di maggiori spese. Infatti i soldati cicciottelli fanno ricorso quasi il doppio rispetto ai loro colleghi in forma alle cure dei medici: circa tredici volte all'anno in media i primi, sette i secondi. Più tempo dal medico vuol dire più costi per il dipartimento della Difesa, più tempo sottratto al servizio o all'addestramento. L'unico tipo di specializzazione medica nel quale i «soldatoni» ricorrono meno alle cure rispetto agli altri è quello traumatologico. E anche questo non è un buon segnale: significa semplicemente che i soldati obesi sono spesso esentati dai combattimenti in quanto fisicamente non attrezzati. «Li abbiamo arruolati per andare dal medico o per difendere la patria?», dice Shiozawa, che poi si interroga sulla necessità di prevedere un limite massimo di indice di massa corporea oltre al quale si viene licenziati e poi rivolge direttamente ai soldati fuori forma: «Stiamo spendendo per voi tre o quattro volte di più di quanto riceviamo da voi».
«Tutti noi - aveva detto qualche mese fa in un'intervista alla testata statunitense Politico il tenente generale in pensione dell'esercito Thomas Spor - immaginiamo il cittadino americano medio come un duro, pronto a tutto. Questa immagine non corrisponde più alla realtà».
Il motto americano che Dwight Eisenhower fece imprimere anche sulle monete, «In God we trust» sembra ormai trasformato in: «In food we trust». E alla fine il diversamente magro Kim Jong-un è l'unico a sorridere dietro gli occhialoni da nerd.
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