Usa, neri in rivolta: Baltimora in fiamme come Ferguson

Baltimora come Ferguson dopo i funerali del 25enne Freddie Gray morto in cella. Scontri e feriti: dichiarato lo stato di emergenza

Usa, neri in rivolta: Baltimora in fiamme come Ferguson

Baltimora come Ferguson. La città del Maryland è stata messa a ferro e fuoco. Anche qui, come per ben due volte nel giro di pochi mesi nella cittadina del Missouri, è esplosa la rabbia della comunità afroamericana contro la polizia. Quella che avrebbe portato all'uccisione dell'ennesimo ragazzo di colore, Freddie Gray, morto dopo l’arresto, con la spina dorsale spezzata.

Ieri avrebbe dovuto essere il giorno della cerimonia funebre. Ma presto le preghiere di migliaia di persone si sono trasformate in protesta. E la protesta di una parte in rivolta. E la rivolta in violenze e razzie. Auto civili e mezzi della polizia sono stati dati alle fiamme, il fuoco è stato appiccato ai negozi, le vetrine sono state spaccate, un enorme incendio è stato appiccato a un edificio in costruzione, più di un centro commerciale preso è stato preso d’assalto e, poi, saccheggiato. E un fittissimo lancio di pietre e bottiglie contro la polizia ha portato al ferimento di almeno una ventina di agenti. Uno di questi sarebbe in gravi condizioni. Insomma, scene di guerriglia urbana, con decine di arresti, e alcune zone della città al di fuori di ogni controllo.

Improvvisamente si materializza lo spettro dei moti del ’68 quando, in seguito all’assassinio a Memphis di Martin Luther King, a Baltimora si registrarono le proteste più violente, e la città per ben otto giorni fu trasformata in un vero e proprio campo di battaglia. Il presidente Barack Obama ha seguito l'evolversi dei fatti dalla Casa Bianca. Ha ricevuto nello Studio Ovale il neo ministro della Giustizia Loretta Lynch, la prima afroamericana a ricoprire questa carica. E ha chiamato il sindaco di Baltimora Stephanie Rawlings-Blake, anch’essa afroamericana. È stata lei, al calar della sera, ad annunciare il coprifuoco dalle 10 di sera alle 5 del mattino, per una settimana intera. "Riporteremo l’ordine - ha detto - ci sono criminali in azione che vogliono distruggere la nostra città". Il governatore del Maryland, Larry Hogan, ha decretato lo stato di emergenza e annunciato l’arrivo di 5mila uomini della Guardia nazionale. Una situazione quasi da legge marziale.

Per la prima volta, in serata, a commentare i fatti è stato anche Barack Obama, che ha detto che l'atteggiamento

della polizia, soprattutto nei confronti degli afroamericani poveri, "sollevano domande", aggiungendo che "non tutta la poliza fa la cosa giusta", ma pure che "non possiamo pretendere che sia nuovo" quanto sta succedendo.

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