Scontro sui vestiti di Ivanka. Nuova polemica in casa Trump

Il presidente degli Stati Uniti, su Twitter, difende la figlia Ivanka, contro la decisione dei magazzini Nordstrom di interrompere le vendite della linea di vestiti e accessori firmati dalla first daughter. E interviene pure la Casa Bianca: "Ha il diritto di difendere sua figlia"

Scontro sui vestiti di Ivanka. Nuova polemica in casa Trump

È scontro aperto, in America, tra Nordstrom e la famiglia Trump, dopo la decisione della catena di negozi statunitense di non vendere più la linea di vestiti e accessori firmati dalla first daughter, Ivanka. E negli Usa torna di attualità la questione etica, su quali siano i confini tra la presidenza e gli affari di famiglia.

Lo scontro Trump-Nordstrom

Ma, per capire cosa è successo tra Nordstrom e Trump, andiamo con ordine. Lo scorso 3 febbraio, la catena americana con 350 negozi in tutti gli States, aveva reso nota la propria decisione di interrompere la distribuzione del marchio Ivanka Trump, a causa di un calo delle vendite dello stesso. A difendere Ivanka, su Twitter, qualche giorno più tardi, ci ha pensato lo stesso presidente degli Stati Uniti. “Mia figlia Ivanka è stata trattata in maniera così scorretta da Nordstrom - ha scritto ieri Trump - è una grande persona, mi spinge sempre a fare la cosa giusta! Terribile!”. Dopo il tweet del presidente il titolo della catena di negozi di lusso ha perso, inizialmente, lo 0,5%, in borsa, per poi risalire, stamattina, dello 0,9%. Ma in America è già scoppiato il caso sul conflitto di interessi fra il presidente e le imprese di famiglia.

Strategia commerciale o boicottaggio?

Nordstrom ha giustificato la propria decisione dicendo che non si tratta di una presa di “posizione politica”. “Abbiamo migliaia di marche, ogni anno, tagliamo un 10% e rinnoviamo la nostra selezione con la stessa quantità”, ha spiegato un portavoce dell’azienda al The Seattle Times, il quotidiano locale di Seattle, città dove Nordstrom è basata. “In questo caso, in funzione della performance del brand, abbiamo deciso di non comprarlo per questa stagione", ha chiarito il portavoce. Ma in realtà, dietro la decisione di tagliare fuori la linea di accessori, vestiti e gioielli di Ivanka Trump dalla lista dei brand venduti da Nordstrom, potrebbero esserci state le pressioni di gruppi che promuovono il boicottaggio dei prodotti della famiglia Trump. Potrebbe essere stata, infatti, proprio la campagna lanciata su Twitter con l’ashtag “grabyourwallet” – afferra il tuo portafogli – ad aver determinato il calo delle vendite del brand di moda della first daughter. I sostenitori della campagna di boicottaggio, avevano, infatti, festeggiato sui social, la scorsa settimana, dopo l’annuncio di Nordstrom.

La Casa Bianca: “Il presidente ha il diritto di difendere la sua famiglia”

"Il presidente Trump ha tutto il diritto di difendere un componente della sua famiglia", ha detto il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, dopo la pubblicazione del tweet. "La decisione di Nordstrom di scaricare la linea di abbigliamento e accessori di Ivanka Trump è stato un attacco diretto alle politiche del presidente", ha quindi detto Spicer, difendendo il tweet delle polemiche. Sì, perché, se sono molti gli americani che hanno difeso Trump e il suo “diritto” di difendere sua figlia, sono tanti anche quelli che hanno giudicato inappropriato il tweet contro Nordstrom.

Secondo un esperto citato dal New York Times, si tratterebbe, infatti, di un “abuso totale del potere presidenziale”, perché Trump ha usato tutto il peso del suo mandato presidenziale in una questione di business. Se un’altra compagnia vorrà smettere di vendere i prodotti di Ivanka, nota, in sostanza, l’esperto citato dal quotidiano statunitense, “dovrà chiedersi se vuole subire un attacco dal presidente degli Stati Uniti”.

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